Lula firma la “condanna a morte” del fiume amazzonico Xingu

27 agosto 2010

Indiani Kaiapò manifestano contro la diga Belo Monte. © Terence Turner/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Il Presidente del Brasile Lula ha firmato un contratto che permette l’avanzamento dei lavori della controversa mega diga Belo Monte sul fiume Xingu, in Amazzonia.

“Penso che questa sia una vittoria per il settore energia del Brasile” ha dichiarato Lula.

Se costruita, la Belo Monte diventerà la terza diga più grande al mondo. Devasterà l’ambiente e metterà a repentaglio le vite di migliaia di indigeni che vivono nell’area compromettendo seriamente le loro terre e le loro fonti di sostentamento alimentare.

Alcuni esperti hanno segnalato che il progetto ha gravi difetti di progettazione. Walter Coronado Antunes, ex Segretario dell’Ambiente dello stato di São Paulo, lo ha descritto come “il peggior progetto ingegneristico nella storia delle dighe idroelettriche del paese, e forse di qualunque progetto di quel tipo nel mondo”.

Gli Indiani e i rappresentanti di varie organizzazioni umanitarie e ambientaliste si sono recati nella capitale del paese Brasilia per protestare contro la firma del contratto di Lula. “Il governo ha siglato una condanna a morte per il fiume Xingu e ha condannato migliaia di residenti allo sfratto” hanno dichiarato.

Organizzazioni brasiliane e internazionali hanno pubblicato una Dichiarazione contro la diga Belo Monte descrivendo la sua approvazione come una “sentenza di morte per il fiume Xingu” e uno “scandaloso affronto alle convenzioni internazionali sui diritti umani, alla legge e alla costituzione brasiliane”.

Marcos Apurinã della COIAB (Organismo per la Coordinazione delle Organizzazioni Indigene dell’Amazzonia brasiliana) ha dichiarato: “Il nostro governo si vanta di essere un esempio per il mondo. Ma qui in Brasile, almeno per quanto riguarda i popoli indigeni, il suo comportamento non è per nulla esemplare!”

Gli Indiani minacciano che se la diga verrà costruita, potrebbe cominciare una guerra e che lo Xingu potrebbe diventare un fiume di sangue.

Hanno quindi organizzato numerose manifestazioni di protesta contro il progetto. Insieme a esperti, organizzazioni umanitarie, ambientaliste e il Pubblico Ministero del Brasile, oggi centinaia di Indiani stanno partecipando a una manifestazione contro la diga Belo Monte e contro le dighe previste sui fiumi Madeira, Teles, Pires e Tapajós.

Survival International ha recentemente pubblicato un rapporto che fa luce sul devastante impatto delle dighe sui popoli tribali di tutto il mondo.

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