Gli Indiani amazzonici condannano le dighe del fiume Madeira
24 settembre 2010
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Gli Indiani di diverse tribù hanno criticato aspramente il governo brasiliano per aver autorizzato la costruzione di imponenti dighe per la produzione di energia elettrica, comprese quelle sul fiume Madeira.
In una dichiarazione firmata durante il meeting “Incontro dei quattro fiumi”, una manifestazione di protesta contro le dighe sui fiumi Madeira, Tapajos, Teles Pires e Xingu, gli Indiani hanno dichiarato: “Condanniamo la privatizzazione delle nostre risorse naturali che porta insicurezza e nuoce a interi popoli, culture e conoscenze vive da migliaia di anni, così come alle nostre foreste, ai nostri fiumi e alla nostra socio-biodiversità”, e hanno chiesto la “completa e immediata sospensione” della costruzione di grandi dighe sui loro fiumi.
Dopo un dibattito sull’impatto disastroso delle dighe avvenuto tra gli abitanti della zona dei fiumi, ONG e rappresentanti dell’ufficio del Procuratore Generale, gli Indiani hanno partecipato a una marcia di protesta “in difesa della vita e contro la costruzione delle dighe idroelettriche in Amazzonia” e hanno espresso la loro rabbia per le “false dissertazioni” e “l’autoritarismo” utilizzati dal governo per spingere la costruzione delle dighe.
La costruzione delle dighe Santo Antonio e Jirau sul fiume Madeira ad ovest dell’Amazzonia brasiliana sta portando nell’area immigrazione su larga scala, deforestazione, la morte del pesce, epidemie di dengue e un aumento dei tassi di prostituzione e violenza. Le comunità indigene colpite non sono state adeguatamente consultate e non hanno dato il loro consenso all’avvio del progetto.
Nel corso della protesta è stata denunciata anche la minaccia costituita dalle dighe sul Madeira per gli Indiani isolati: almeno cinque gruppi di Indiani incontattati vivono nell’area e le loro vite sono a rischio poiché la terra è stata deforestata e gli esterni portano malattie contro cui hanno scarse difese immunitarie.
Sono coinvolte nel progetto del fiume Madeira compagnie europee come la GDF Suez francese e banche come il Banco Santander.
Recentemente Survival International ha pubblicato un rapporto che illustra il gravissimo impatto delle dighe idroelettriche sui popoli indigeni di tutto il mondo.