Venezuela: Indiani denunciano gli abusi dei militari e le attività minerarie illegali
2 aprile 2015
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Gli Indiani amazzonici del Venezuela hanno criticato duramente l’inerzia dell’esercito nel contrastare l’estrazione illegale di oro e diamanti dal loro territorio. I militari sono accusati anche di alimentare un “clima di terrore e paura”, e di “umiliare e deridere” la popolazione indigena.
Alcuni ufficiali sono personalmente coinvolti nel commercio illegale d’oro, poiché noleggiano ai minatori le attrezzature necessarie per l’estrazione e controllano l’accesso alle miniere illegali.
Gli Indiani hanno denunciato inoltre che un funzionario ha dato fuoco alle case di alcuni indigeni che avevano criticato l’esercito.
Kuyujani, un’organizzazione che rappresenta le tribù Yekuana e Sanema che vivono lungo il fiume Caura in Amazzonia, ha presentato un reclamo al Pubblico Ministero per denunciare l’inerzia dell’esercito nel contrastare il dilagante sfruttamento minerario illegale.
Secondo Kuyujani, le attività estrattive hanno devastato la salute degli Indiani. Il mercurio ha contaminato il fiume Caura, ed è entrato nella catena alimentare e nell’acqua degli Indiani. Nel 2013, alcuni ricercatori hanno rilevato che il 92% delle donne indigene che vivono lungo il fiume hanno livelli di mercurio superiori al limite accettato a livello internazionale, e che un terzo delle donne corre il rischio di dare alla luce bambini con malattie neurologiche.
Le attività minerarie illegali sono aumentate drammaticamente a partire dal 2006, e lo scorso anno il governo venezuelano ha annunciato l’intenzione di aprire all’attività mineraria grandi distese di terra, territori indigeni inclusi. La presenza degli accampamenti dei minatori ha esposto i giovani Indiani all’alcolismo, alla droga e alla prostituzione.
Sebbene la Costituzione venezuelana riconosca il diritto dei popoli indigeni alla terra ancestrale, sono davvero pochi coloro che hanno ottenuto il diritto di proprietà collettiva sul loro territorio.