Condannato per genocidio l’ex dittatore del Guatemala
15 maggio 2013
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21 MAGGIO – AGGIORNAMENTI: la Corte Costituzionale del Guatemala ha annullato la pena inflitta a Ríos Montt per irregolarità formali. La Corte ha ordinato che il processo riprenda dal punto in cui era arrivato il 19 aprile, quando il legale dell’ex dittatore fu allontanato dall’aula per oltraggio alla corte. Decine di testimonianze dovranno ora essere riascoltate.
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Per José Efrain Ríos Montt, l’ex generale che negli anni ’80 governò il Guatemala col terrore, è arrivata una condanna per genocidio.
Durante la sua dittatura militare scomparvero o furono assassinate circa 200.000 persone, per la maggior parte indigene.
Nel 1982, quando il generale prese il potere promettendo di ripristinare una “reale democrazia”, il paese si trovava già nel pieno di una brutale guerra civile, che vedeva i guerriglieri dell’estrema sinistra attaccare il regime militare dalle loro basi fuori città.
Ríos Montt rispose ordinando un’offensiva militare contro le presunte roccaforti dei gruppi armati, nascoste nelle regioni montuose.
Almeno 100.000 Indiani, in gran parte di lingua maya, fuggirono in Messico mentre nelle zone montuose nord-occidentali migliaia di uomini, donne e bambini indigeni furono torturati o uccisi; i loro villaggi e i raccolti furono distrutti, le fonti d’acqua avvelenate e le foreste bruciate.
Nel 1983, dopo aver intervistato i rifugiati guatemaltechi al confine con il Messico, Survival pubblicò il rapporto “Testimoni di un genocidio”. Le storie raccolte forniscono una testimonianza straziante degli orrori che ebbero luogo in quel periodo in centinaia di villaggi.
I ricercatori di Survival intervistarono, tra gli altri, una donna di 30 anni proveniente dalla provincia di Huehuetenango. “Alle sei del mattino del 6 maggio 1982, un centinaio di soldati, che lei riuscì ad identificare dalle tute mimetiche e dalle pistole, arrivarono a piedi nel suo villaggio e lo circondarono” si legge nel rapporto. “Gli abitanti furono derubati del denaro e degli abiti; le loro case furono bruciate. Molti furono attaccati, picchiati e uccisi. Lei sola, che si trovava a circa 25 metri di distanza, vide i soldati uccidere almeno quindici persone. Fu violentata. Suo marito e i suoi fratelli furono uccisi nelle loro case. Poco dopo il massacro, fuggì in Messico.”
Ríos Montt è stato condannato a 80 anni di carcere. Yassmin Barrios, il giudice che ha presieduto il processo, ha affermato che il generale “sapeva cosa stava accadendo e non ha nulla per fermarlo, sebbene avesse il potere di farlo”. I suoi avvocati hanno dichiarato che ricorreranno in appello.