Gli indiani Nasa cercano di espellere esercito e guerriglieri dalle loro terre
19 luglio 2012
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Gli Indiani Nasa, che vivono nel sudovest della Colombia, si sono ritrovati al centro del violento braccio di ferro in corso tra l’esercito e i guerriglieri delle FARC (le Forze Rivoluzionarie Armate della Colombia).
I Nasa, conosciuti ufficialmente come Paez, hanno cercato di cacciare dalle loro terre sia i soldati sia i guerriglieri, a cui hanno chiesto di “portare il loro conflitto altrove”.
Cauca, situata nelle Ande colombiane, è una roccaforte delle FARC e da anni i suoi residenti indigeni sono vittima di violenze. Il conflitto dura da molti decenni e innumerevoli leader indiani sono stati uccisi da entrambe le parti.
Secondo il Presidente Santos, la presenza dell’esercito nella regione “non è negoziabile” ma, secondo i Nasa, i soldati non fanno altro che incrementare i conflitti in casa loro.
La scorsa settimana decine di manifestanti indigeni hanno marciato fino al campo delle FARC per chiedere ai guerriglieri di lasciare l’area, minacciando di ricorrere anche alle maniere forti se necessario.
In seguito, gli Indiani hanno circondato il campo base dell’esercito intimando ai soldati di ritirarsi dalla loro postazione.
La protesta è degenerata in violenza mercoledì, quando l’esercito ha sparato colpi in aria e i manifestanti hanno portato i soldati fuori dalla base con la forza. La polizia ha quindi lanciato gas lacrimogeni obbligando gli Indiani a fuggire.
Diverse persone sono rimaste ferite e pare che uno dei manifestanti sia morto.
Una lettera postata sul sito dell’Organizzazione degli Indiani di Cauca (ACIN) recita: “Non vogliamo né la guerriglia né l’esercito, perché questa è la nostra terra da tempi immemorabili. Non abbiamo bisogno della guerriglia perché non ci porta la pace… la guerriglia non ci protegge dagli abusi delle forze di sicurezza.”
Survival ha scritto al presidente Juan Manuel Santos chiedendo al governo di risolvere il conflitto il più velocemente possibile per metter fine alle minacce che pendono sulle vite degli Indiani.