Farsa giudiziaria per un difensore dei diritti umani
12 gennaio 2011
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Il difensore indiano dei diritti umani Binayak Sen è stato condannato al carcere a vita con accuse che Amnesty International ha definito motivata da opinioni politiche.
Binayak Sen – un medico che ha ottenuto riconoscimenti a livello internazionale per il suo lavoro con gli Adivasi (indigeni) dell’India centrale, ha fermamente rigettato le accuse.
Il Dottor Sen stava prestando servizio in prima linea sul fronte della sanguinosa insurrezione indiana che ha gettato le comunità indigene nel mezzo dei fuochi incrociati dei combattenti maoisti e degli armatissimi paramilitari statali. Nei combattimenti sono state uccise migliaia di persone e decine di migliaia di Adivasi sono stati cacciati dalle loro case.
Il Dottor Sen è stato accusato di sedizione e tradimento, presumibilmente per aver portato le lettere di un leader maoista detenuto a un uomo d’affari.
Prashant Bhushan – un avvocato della Corte Suprema direttamente coinvolto nel caso della miniera che Vedanta Resources voleva costruire su Niyamgiri – ha dichiarato: “La Corte Suprema stabilisce che l’accusa di sedizione può essere sostenuta solo se le prove a carico dimostrano che l’accusato ha tentato di incitare alla violenza o al disordine pubblico. È chiaro che questo caso non risponde alle condizioni”.
In novembre è stata accusata di sedizione anche la scrittrice Arundhati Roy, ma il suo caso che deve ancora essere dibattuto in tribunale. Le accuse rivolte ad Arundhati riguardano i commenti da lei fatti sulla situazione del Kashmir, ma la sua presa di posizione sull’insurrezione maoista ha anch’essa provocato un acceso dibattito.
Al dottor Sen è stato concesso il diritto di ricorrere presso la Corte Suprema di Chhattisgarh.