Villaggio turistico tra i Boscimani: Survival chiede a Puma di vendere le sue quote azionarie

14 aprile 2010

Bambino Boscimane, Central Kalahari Game Reserve, Botswana. © Survival International

Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Survival ha chiesto al gigante dell’abbigliamento sportivo Puma di vendere le sue quote azionarie della Wilderness Safaris, la compagnia che ha recentemente costruito un villaggio turistico sulla terra che appartiene ai Boscimani del Botswana.

La Puma ha acquistato un pacchetto azionario pari al 20% della compagnia tramite un collocamento privato, pochi giorni prima del debutto alla Borsa del Botswana e di Johannesburg, avvenuto l’8 aprile scorso.

La Wilderness Safaris si definisce “una compagnia di ecoturismo e un’organizzazione per la conservazione specializzata nel turismo responsabile… che aiuta ad assicurare la protezione nel tempo dello spettacolare patrimonio naturale dell’Africa e che condivide i proventi del turismo con le comunità locali”.

Ma nonostante questi impegni, la compagnia non ha consultato i Boscimani Gana sul cui territorio si trova il nuovo villaggio. La Wilderness Safaris ha aperto il suo Kalahari Plains Camp nel 2009, dopo aver firmato un accordo con il governo del Botswana; quello stesso governo che impedisce ai Boscimani di accedere all’acqua nelle loro terre.

Anche la Puma si vanta di osservare codici di responsabilità sociale e di “contribuire a un mondo migliore per le generazioni future”.

Nonostante la sentenza con cui, nel 2006, l’Alta Corte del Botswana ha sancito il diritto costituzionale dei Boscimani a vivere nelle terre ancestrali della Central Kalahari Game Reserve (CKGR), il governo impedisce loro di accedere al pozzo da cui dipendono. A causa di questo divieto, per procurarsi acqua fresca, i Boscimani sono costretti ad affrontare un viaggio di oltre 480 km. Recentemente i Boscimani hanno intentato un nuovo procedimento legale contro il governo proprio sul problema dell’acqua, ed è prevista un’udienza per il prossimo 9 giugno.

Recenti rapporti dell’ONU e del Dipartimento di Stato degli USA hanno condannato il governo del Botswana per il trattamento riservato ai Boscimani.

Mentre i Boscimani lottano senza poter nemmeno bere acqua – un bene che la Wilderness Safari stessa descrive come “la merce più preziosa del deserto” – i turisti che visitano il Kalahari Plains Camp possono disporre di un bar e di una piscina, oltre che di un’avvincente “escursione boscimane”.

Stephen Corry, direttore generale di Survival, ha dichiarato: “C’è qualcosa di veramente disgustoso nel sostenere il turismo di lusso nella Central Kalahari Game Reserve mentre i Boscimani, di cui il villaggio turistico occupa le terre ancestrali, vengono trattati in modo tanto disumano. Fino a quando i Boscimani non avranno ottenuto almeno il permesso di accedere all’acqua, i turisti non dovrebbero assolutamente recarsi nella Riserva e gli investitori dovrebbero star lontano dai tour operator che operano lì”.

Il portavoce dei Boscimani, Jumanda Gakelebone, ha detto: “Noi Boscimani chiediamo alle imprese di non acquistare quote della Wilderness Safaris finché non vedremo riconosciuti i nostri diritti e la nostra libertà. Non c’è nulla di più doloroso che vedere della gente nuotare in piscina accanto a noi, nel deserto, mentre noi moriamo di sete”.

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