'Un'arrogante sciocchezza': Survival critica il lavoro del fotografo Jimmy Nelson
5 giugno 2014
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Il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry, ha sferrato un’arringa contro il lavoro del famoso fotografo Jimmy Nelson, autore del libro fotografico “Before they pass away” (Prima che scompaiano), definendolo “un’arrogante sciocchezza”.
Secondo Corry, il libro non solo fornisce una descrizione dei popoli indigeni falsa e dannosa, ma manca anche di citare i crimini che vengono commessi contro questi popoli nel nome del “progresso”.
“Noi ci abbiamo messo secoli a perdere le radici della nostra identità, ad allontanarci dalla fonte della verità” ha dichiarato Jimmy Nelson tempo fa in un’intervista a Marie Claire. “Le persone che ho fotografato rischiano di farlo da un giorno all’altro, travolti dall’incendio tecnologico in atto. Gli capita in mano un telefonino e improvvisamente pensano che la bellezza sia là, nel mondo avanzato. È un processo che non si può fermare.”
Ma, controbatte Stephen Corry, “la verità è che molti popoli indigeni non stanno semplicemente ‘scomparendo’; al contrario, vengono portati all’estinzione dalla nostra’ società, che li deruba illegalmente delle loro terre e delle loro risorse”.
Nelson afferma anche che il suo libro nasce dal desiderio di “cercare antiche civiltà… e di documentare la loro purezza in luoghi dove esistono ancora culture inviolate.” Ma l’idea di aver trovato “culture” rimaste “intatte per migliaia di anni”, denuncia Corry, “è solo una fantasia del fotografo, perchè la realtà ha ben poco a che vedere con il modo in cui i popoli ritratti nel libro appaiono oggi, o come erano in passato.”
Le ragazze Waorani dell’Ecuador, ad esempio, sono fotografate prive degli abiti che indossano abitualmente, e sono state coperte per pudore solo con una "foglia di fico” che non ha mai fatto parte delle loro usanze (tempo fa, le donne Waorani indossavano un semplice cordino in vita). Secondo Corry, il libro di Nelson, del costo di 150$, offre solo un ritratto fittizio dei popoli indigeni, pretendendo addirittura che il semplice fotografarli possa “salvare” questi popoli dalla “ineluttabilità” della loro “scomparsa”.
“Data la grande visibilità che il libro di Jimmy Nelson continua ad avere” ha commentato Corry, “credo sia importante denunciare che il suo lavoro è solo una dannosa fantasia, che oltretutto glissa sulla violenza genocida che subiscono molte delle tribù fotografate. Nella descrizione dei Mursi in Etiopia, ad esempio, non vi è alcun riferimento al reinsediamento forzato, alle violenze, alle sparizioni e ai pestaggi che questi subiscono, così come nei testi sui Tibetani non vi è alcun riferimento alla brutale oppressione cinese. Non si parla nemmeno dei circa 100.000 Papuasi uccisi da quando è iniziata la spietata occupazione indonesiana. No, nessun cenno; secondo l’autore, le tribù stanno semplicemente, “inevitabilmente”, “scomparendo”. Una considerazione pericolosa, che fa il gioco di chi vuole che ‘scompaiano’ davvero il prima possibile.”
“La sopravvivenza dei popoli indigeni è innanzitutto una fondamentale questione di diritti umani” ha aggiunto Francesca Casella, direttrice di Survival Italia. “Si parla sempre più spesso di diversità biologica e culturale come condizione indispensabile alla vita stessa, ed è corretto. Ma pochi riflettono sul fatto che non serve a nulla mapparla geneticamente, conservarla nei musei o celebrarla nei libri e nei manifesti pubblicitari, perché la diversità sopravvive solo se vivono i popoli che l’alimentano.”
Nota ai redattori:
- Leggi qui l’articolo integrale di Stephen Corry.
- Attualmente le foto di Jimmy Nelson sono in mostra alla galleria di Berlino, Camera Work.
- Il sito web di Nelson: www.beforethey.com
- “Before They Pass Away” (Prima che scompaiano) è stato pubblicato in inglese, francese e tedesco da teNeues nel 2013.