Decisione storica: la Shell rinuncia ai biocarburanti macchiati di sangue indigeno

13 giugno 2012

La Raizen firma uno storico accordo con il FUNAI. La compagnia si è impegnata a smettere di acquisire canna da zucchero proveniente dalle terre guarani entro il prossimo 25 novembre. © Raízen

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

A seguito di una accesa campagna di protesta condotta dagli Indiani e da Survival International, la Raizen, un’azienda di biocarburanti di proprietà della Shell in Brasile, ha deciso di smettere di approvvigionarsi di canna da zucchero proveniente dalle terre rubate a una tribù indigena.

La Raizen è stata costituita nel 2010 come joint venture tra la Shell e Cosan, il colosso brasiliano dell’etanolo con lo scopo di produrre biocarburanti a partire dalla canna da zucchero.

Tuttavia parte della materia prima è coltivata sulle terre rivendicate dai Guarani, una delle tribù indigene più perseguitate e impoverite del Sud America. I leader guarani vengono regolarmente uccisi da sicari armati al soldo dei coltivatori di canna da zucchero e degli allevatori, che hanno rubato loro praticamente tutta la terra.

Ma ora la Raizen ha firmato un accordo per fermare l’acquisto di canna da zucchero proveniente da terre dichiarate indigene dal Ministro della Giustizia. Le negoziazioni tra la Raizen e il FUNAI, il dipartimento brasiliano agli affari indigeni, hanno avuto inizio grazie a una vigorosa campagna di Survival e alle pressioni del Pubblico Ministero brasiliano.

Si tratta di un passo molto importante, con cui la Raizen si impegna anche a consultare il FUNAI per evitare ulteriori investimenti o espansioni in aree oggetto di contese, che in futuro potrebbero essere riconosciute come indigene.

I Guarani hanno accolto la notizia con felicità. Dopo essere stati cacciati con la violenza dalle loro terre, molti di loro vivono in condizioni spaventose, in riserve sovraffollate o accampati ai margini delle strade.

La comunità di Valdelice Veron, nel Mato Grosso do Sul, è una di quelle direttamente colpite. I Guarani che vivono nell’area hanno raccontato che i loro fiumi sono stati inquinati dai pesticidi usati nelle piantagioni. “Potremo ricominciare a bere l’acqua della nostra terra”, ha commentato la donna. “Potremo ricominciare a far tutto.”

I Guarani hanno protestato contro le attività della Raizen sulla loro terra. © Survival

La Raizen ha riconosciuto tutto il ventaglio di difficili problematiche che devono affrontare i Guarani, e ha promesso che realizzerà un “programma di investimento sociale focalizzato sulla popolazione indigena”.

Inoltre, l’azienda ha detto a Survival: “Vogliamo che il nostro ritiro sia di buon esempio per tutte le aziende che verranno. Ci impegniamo a rispettare le terre indigene indicate dal Ministero della Giustizia”.

Questa storica decisione creerà un precedente per il Brasile e vedrà la Raizen “smettere definitivamente” di acquistare canna da zucchero coltivata su terra indigena entro il prossimo 25 novembre.

“La decisione della Raizen è una notizia eccellente per i Guarani, che sono stati lasciati morire sul ciglio della strada e sono stati cacciati via dalle loro terre a causa delle piantagioni di canna da zucchero” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Altre aziende devono seguire l’esempio della Raizen e smettere di finanziare il furto della terra guarani. È arrivato il momento che il mondo prenda coscienza che i biocarburanti brasiliani sono macchiati di sangue indigeno”.

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