Molto spesso, per descrivere i popoli indigeni vengono usati termini come "primitivi" o
"uomini dell'età della pietra": parole che rafforzano la falsa idea che questi popoli siano rimasti immutati per generazioni. Questa percezione, che risale all'epoca coloniale, è non solo scientificamente sbagliata ma è anche pericolosa perché alimenta pregiudizi utilizzati ancora oggi per legittimare la violazione dei loro diritti.
In realtà, tutte le società umane, sebbene in modi differenti, evolvono nel tempo, adattandosi costantemente a un ambiente in perenne trasformazione: così è anche i popoli tribali, che non sono meno moderni o contemporanei di quanto lo siamo noi. Essi semplicemente hanno stili di vita "diversi" dal nostro, ma altrettanto sofisticati.
Riferirsi al mondo dei popoli indigeni come al “paleolitico” significa sostenere, spesso inconsapevolmente, che le loro società non siano in alcun modo evolute (al contrario delle nostre) e che abbiano pertanto bisogno di aiuto per “svilupparsi” e “civilizzarsi”. Quante volte, per esempio, governi e multinazionali hanno costretto i popoli tribali a sedentarizzarsi o a cambiare vita "per il loro bene", per "aiutarli a stare al passo" col resto del mondo? Gli effetti di queste interferenze, che costituiscono una grave violazione del loro diritto di decidere liberamente del proprio futuro, sono sempre catastrofici: povertà, alcolismo, prostituzione, morte e malattia.
Survival ha lanciato una grande campagna internazionale volta a sensibilizzare giornalisti, editori, politici e opinione pubblica sull'uso consolidato ma pericoloso di questa terminologia.
Passa all'azione!
Se ti capita di leggere libri o articoli che parlano dei popoli indigeni e tribali come di uomini “primitivi”, non esitare a far conoscere la tua opinione ai giornalisti e agli editori, e informa subito Survival. Puoi inviare loro una lettera oppure una e-mail utilizzando il testo suggerito qui sotto oppure scriverne uno tuo personale:
Egregio Editore, nel suo recente articolo/programma (nome dell'articolo o del programma), pubblicato in data (data dell'articolo o del programma), si è parlato del popolo (nome del popolo) utilizzando i termini (parole utilizzate).
Sin dall'epoca coloniale, per descrivere i popoli indigeni e tribali vengono utilizzati termini come “primitivi” o “uomini dell'età della pietra”. Questa abitudine, tanto radicata quando scientificamente sbagliata, rafforza l'idea che questi popoli non si siano evoluti nel corso delle diverse generazioni. In realtà, i popoli tribali non sono meno moderni o contemporanei di quanto lo siamo noi. L'idea che i popoli indigeni siano arretrati ha come diretta conseguenza la loro persecuzione. Quante volte, per esempio, i popoli tribali sono stati costretti a sedentarizzarsi o a cambiare vita "per il loro bene", per "aiutarli a stare al passo" col resto del mondo? Gli effetti sono sempre catastrofici: povertà, alcolismo, prostituzione, morte e malattia. La prego pertanto di voler aiutare i popoli indigeni a vedere riconosciuti i loro fondamentali diritti umani evitando l'uso di questi termini inesatti e pregiudizievoli.
La ringrazio e saluto cordialmente.
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Egregio Editore, nel suo recente articolo/programma (nome dell'articolo o del programma), pubblicato in data (data dell'articolo o del programma), si è parlato del popolo (nome del popolo) utilizzando i termini (parole utilizzate).
Sin dall'epoca coloniale, per descrivere i popoli indigeni e tribali vengono utilizzati termini come “primitivi” o “uomini dell'età della pietra”. Questa abitudine, tanto radicata quando scientificamente sbagliata, rafforza l'idea che questi popoli non si siano evoluti nel corso delle diverse generazioni. In realtà, i popoli tribali non sono meno moderni o contemporanei di quanto lo siamo noi. L'idea che i popoli indigeni siano arretrati ha come diretta conseguenza la loro persecuzione. Quante volte, per esempio, i popoli tribali sono stati costretti a sedentarizzarsi o a cambiare vita "per il loro bene", per "aiutarli a stare al passo" col resto del mondo? Gli effetti sono sempre catastrofici: povertà, alcolismo, prostituzione, morte e malattia. La prego pertanto di voler aiutare i popoli indigeni a vedere riconosciuti i loro fondamentali diritti umani evitando l'uso di questi termini inesatti e pregiudizievoli.
La ringrazio e saluto cordialmente.
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