Survival chiede alle compagnie petrolifere di ritirarsi di fronte alla 'Tiananmen peruviana'
8 giugno 2009
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Survival international ha oggi chiesto alle compagnie petrolifere che operano nell’Amazzonia peruviana di sospendere immediatamente le loro operazioni nel paese. La violenza politica raggiunta in questi giorni è la peggiore mai registrata nel paese dai tempi dell’insurrezione di Sendero Luminoso degli anni ’80.
Tra le compagnie si contano l’anglo-francese Perenco, l’argentina PlusPetrol, la canadese Petrolifera, la spagnola Repsol, la brasiliana Petrobras e molte altre.
Gli scontri violenti scoppiati venerdì tra gli Indiani amazzonici che avevano bloccato strade e fiumi, e le unità della polizia e dell’esercito mandate a rompere i blocchi, hanno provocano la morte di 23 poliziotti e di decine di indigeni.
Gli Indiani stanno protestando da due mesi contro una serie di leggi che hanno aperto le loro foreste alle compagnie del petrolio e del gas. Negli ultimi anni, più del 70% dell’Amazzonia peruviana è stata frazionata in concessioni per la prospezione di gas e petrolio, e una serie di vasti ritrovamenti minaccia di devastare gran parte delle foreste vergini degli Indiani. Progetti di sfruttamento simili adottati nel vicino Ecuador hanno avuto effetti devastanti sulla foresta pluviale portando inquinamento ed epidemie cronici tra gli Indiani che vivono in quelle aree.
La risposta del governo alle proteste è stata sprezzante: il presidente Garcia ha respinto i tentativi del Congresso di discutere le leggi al centro della controversia definendo le manifestazioni come una “cospirazione” e i manifestanti come degli “ignoranti”. Il leader indiano peruviano Alberto Pizango, appena prima di andare a nascondersi, ha dichiarato: “Noi sentiamo che il governo ci ha sempre trattato come cittadini di seconda classe”.
Il direttore generale di Survival Stephen Corry ha commentato oggi: “Gli Indiani peruviani sono stati spinti a prendere misure estreme per tentare di salvare le loro terre, negate loro per ben cinque secoli. Le loro proteste indicano che finalmente l’era coloniale sta arrivando alla fine. Gli Indiani amazzonici non sono più disposti ad accettare un trattamento illegale e brutale, ormai divenuto routin. Stiamo assistendo ad una Tiananmen peruviana. Se andrà a finire nello stesso modo, con la repressione verrà cancellata anche la reputazione internazionale del Perù".
"Le compagnie petrolifere che operano in Perù devono sospendere le loro operazioni e non dovranno rientrare nel paese fino a che non sarà tornata la pace e finché i diritti degli Indiani alle terre comuni non saranno stati adeguatamente rispettati " ha aggiunto Francesca Casella, direttrice di Survival Italia. "Soltanto allora gli Indiani potranno sedere a un tavolo di negoziazione davvero alla pari."
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Scrivi una lettera di protesta all'Ambasciata peruviana in Italia esprimendo il tuo sdegno per la violenta repressione della leggitima protesta indigena e chiedi il ritiro immediato delle forze di polizia dalla zona. Chiedi anche l'apertura di un tavolo di negoziazione con le organizzazioni indigene:
Scrivi subito la lettera per gli indiani peruviani.
Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross: Tel 0044 207 6878734
E-mail: [email protected]