Le forze di sicurezza sparano e uccidono dimostranti

16 ottobre 2008

Questa pagina è stata creata nel 2008 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Le forze di sicurezza della Colombia hanno attaccato i manifestanti indigeni provocando la morte di molte persone e il ferimento di oltre un centinaio. Stando alle dichiarazioni dell’organizzazione nazionale indigena della Colombia, la ONIC, “gli avvenimenti più gravi hanno avuto luogo nelle province sud-occidentali di Cauca e della Valle del Cauca dove, per disperdere i dimostranti, l’ESMAD (squadra anti-sommossa colombiana), l’esercito e la polizia attaccano gli indigeni con i fucili, con i gas lacrimogeni, i carri armati, gli elicotteri e persino con i machete.

Ieri, durante un attacco delle forze di sicurezza, sono stati feriti dodici indigeni tra cui due bambini.

Le proteste si stanno diffondendo in molte regioni della Colombia. Fanno parte di un movimento nazionale coordinato dall’ONIC, secondo cui il governo starebbe “sterminando” i popoli indigeni del paese. Tra le motivazioni della protesta ci sarebbero l’immediata abrogazione di una controversa legge fondiaria, il rifiuto del governo di votare a favore della dichiarazione ONU sui diritti dei popoli indigeni, l’opposizione del governo alla Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni dell’Organizzazione degli Stati Americani. Altri obiettivi sarebbero quelli “di respingere e denunciare le politiche [governative]… e “l’abolizione delle garanzie costituzionali istituite per favorire le società transnazionali” […] “contro la criminalizzazione del movimento indigeno” e “contro il genocidio e i crimini contro l’umanità”.

Negli ultimi sei anni, dichiara l’ONIC, in Colombia sono stati assassinati più di 1.200 Indiani, 55.000 sono stati trasferiti e 40.000 sono rimasti senza terra, lasciando complessivamente diciotto gruppi indigeni “a rischio di estinzione”.

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