Il governo chiede scusa agli Aborigeni
13 febbraio 2008
Questa pagina è stata creata nel 2008 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
Il neo-eletto primo ministro australiano Kevin Rudd ha presentato delle scuse ufficiali agli Aborigeni per le storiche ingiustizie subite.
Kevin Rudd aveva promesso che le scuse sarebbero state il primo atto del nuovo Parlamento e oggi, dopo una cerimonia di apertura a cui, per la prima volta, hanno presenziato anche degli Aborigeni, ha rilasciato la tanto attesa dichiarazione.
Numerose organizzazioni aborigene avevano chiesto il riconoscimento ufficiale dei torti commessi nei confronti del loro popolo, in particolare per quelli riguardanti ‘La generazione rubata’ (una politica governativa che prevedeva l’allontanamento dei bambini aborigeni dalle loro famiglie per farli adottare dai bianchi).
Mentre il suo predecessore, l’ex-primo ministro John Howard, si era opposto alla richiesta di scuse, Rudd le ha considerate oggi come un piccolo ‘primo passo per rendere giustizia agli Aborigeni degli errori del passato’.
Ecco le scuse del governo nella versione integrale:
Oggi rendiamo omaggio ai popoli indigeni di questa terra, custodi delle più antiche culture viventi della storia dell’umanità.
Riflettiamo sui maltrattamenti che hanno subito nel passato.
Pensiamo in particolare alle sofferenze inflitte alle generazioni rubate – oscuro capitolo della storia della nostra nazione.
È ormai tempo, per il nostro paese, di scrivere una nuova pagina di storia riconoscendo i torti del passato e guardare così con fiducia al futuro.
Presentiamo le nostre scuse per le leggi e le politiche dei parlamenti e dei governi che si sono via via susseguiti, e che hanno inflitto pene, sofferenze e perdite profonde a quelli che sono nostri compatrioti australiani.
Le nostre scuse vanno in particolare ai bambini aborigeni e a quelli delle isole dello Stretto di Torres che sono stati tolti alle loro famiglie, alle loro comunità e alle loro terre.
Per il dolore, la sofferenza e le ferite di queste generazioni rubate, per quelle dei loro discendenti e delle loro famiglie, noi chiediamo scusa.
Alle madri e ai padri, ai fratelli e alle sorelle, noi chiediamo scusa per aver separato famiglie e comunità.
E per aver in tal modo umiliato e calpestato la dignità di un popolo fiero di se stesso e della propria cultura, noi chiediamo scusa.
Noi, il Parlamento australiano, chiediamo rispettosamente che queste scuse siano accettate con lo stesso spirito col quale vengono presentate, come parte del processo di guarigione della nazione.
Ci assumiamo l’impegno che questa nuova pagina della storia del nostro grande continente possa essere finalmente scritta.
Facciamo oggi questo primo passo riconoscendo il passato e rivendicando un futuro che coinvolga tutti gli Australiani.
Un futuro in cui questo Parlamento non permetterà che le ingiustizie del passato possano ripetersi, mai e mai più.
Un futuro in cui indirizzeremo la determinazione di tutti gli Australiani, Indigeni e non-Indigeni, a colmare il divario che esiste fra noi in termini di aspettativa di vita, risultati scolastici e opportunità economiche.
Un futuro in cui abbracciare la possibilità di soluzioni nuove per problemi irrisolti, verso cui tutti i vecchi approcci hanno fallito.
Un futuro basato sul reciproco rispetto e su decisioni e responsabilità comuni.
Un futuro in cui tutti gli Australiani, quali che siano le loro origini, saranno dei partner realmente uguali, con le stesse opportunità e lo stesso ruolo nel dare forma al nuovo capitolo della storia di questo grande paese, l’Australia.
Il discorso integrale, in inglese, è disponibile come pdf cliccando qui.