La sofferenza delle tribù Jumma continua 20 anni dopo l’accordo di pace

4 dicembre 2017

Gli abitanti dei villaggi jumma fuggono da un attacco, nelle Chittagong Hill Tracts, in Bangladesh. © Anonymous

Questa pagina è stata creata nel 2017 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

In occasione del ventesimo anniversario dell’accordo di pace tra gli indigeni Jumma e il governo del Bangladesh, gli attivisti hanno espresso la propria preoccupazione rispetto alla mancata applicazione di questo accordo fondamentale da parte delle amministrazioni successive, e alla mancata protezione degli Jumma.

Le tribù continuano a subire violenza endemica, furto di terra e intimidazioni nella loro terra ancestrale, le Chittagong Hill Tracts (CHT). Le donne e le ragazze jumma subiscono frequentemente stupri e violenze sessuali.

Il governo del Bangladesh ha trasferito coloni bengalesi nelle terre degli indigeni Jumma per più di 60 anni. Gli Jumma sono passati dall’essere praticamente i soli abitanti delle Chittagong Hill Tracts, ad essere oggi in numero inferiore rispetto ai coloni.

A giugno di quest’anno, sono state ridotte in cenere dai coloni almeno 250 case jumma. Una donna anziana, Guna Mala Chakma, rimasta intrappolata nella sua casa è morta tra le fiamme.

Testimoni oculari hanno riferito che l’esercito e gli agenti di polizia erano presenti e non sono intervenuti quando i coloni hanno dato fuoco alle case degli Jumma e ai loro negozi in tre diversi villaggi.

Il 2 dicembre 1997 il governo e gli Jumma firmarono un accordo di pace che impegnava il governo a rimuovere i campi militari dalla regione e a mettere fine al furto di terre indigene da parte dei coloni e dell’esercito.

L’accordo offriva speranza, ma sono trascorsi vent’anni e gli accampamenti militari rimangono nelle Hill Tracts, mentre accaparramento di terra e violenze continuano senza sosta.

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