Il Presidente del Botswana vince il premio 'Razzista dell’anno' 2016
29 settembre 2016
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Survival International ha assegnato il titolo di ‘Razzista dell’anno’ 2016 al Presidente del Botswana Ian Khama. Il premio viene conferito ogni anno alla persona che dimostra di avere il pregiudizio peggiore nei confronti dei popoli indigeni.
Khama ha dichiarato che i Boscimani del Kalahari vivono in modo “arretrato”, conducono “una miserabile esistenza primitiva” e “una vita primordiale appartenente a un’era passata”, mettendo in discussione la legittimità dell’esistenza stessa dei Boscimani e suggerendo che essi si trovino a un gradino inferiore della scala evolutiva rispetto ad altri popoli.
Durante un’intervista nel 2014, ha anche affermato che i Boscimani hanno uno “stile di vita ormai quasi estinto, molto arretrato”.
Il governo del Generale Khama continua a negare ai Boscimani l’accesso alla loro terra ancestrale, da cui sono stati sfrattati con la forza nel 1997, nel 2002 e nel 2005. La maggior parte di loro vive ancora in condizioni di povertà nei campi di reinsediamento governativi, nonostante una sentenza della Corte Suprema del 2006 abbia riconosciuto il diritto dei Boscimani alla loro terra. Sono accusati di “bracconaggio” quando cacciano per nutrire le loro famiglie, e recentemente le autorità hanno anche sparato a vista su di loro mentre cacciavano antilopi per sfamarsi.
Il fatto è stato denunciato da Survival ad agosto. Alcuni funzionari di polizia del Botswana hanno sparato contro i Boscimani da un elicottero. Poi Ii hanno arrestati e, mentre si trovavano sotto custodia, li hanno denudati e picchiati.
Il governo proibisce ai Boscimani di cacciare, nonostante una sentenza della Corte Suprema abbia stabilito che ciò equivalga a condannarli a morte.
Considerando la gravità delle affermazioni del presidente Khama e l’attuale persecuzione che il suo governo attua nei confronti dei Boscimani, la giuria di Survival ha deciso di assegnare il premio proprio a lui.
Tra i vincitori delle edizioni precedenti ici sono il deputato Brasiliano Fernando Furtado che, nel 2015, definì gli Indiani Brasiliani come “un gruppetto di checche” che merita di morire di fame, e il politico brasiliano Luis Carlos Heinze, che nel 2014 affermò che “il governo… se la fa con i neri, gli Indiani, i gay, le lesbiche e tutti i perdenti.”
Tra gli altri candidati per il premio del 2016 troviamo Bill Leak, nominato per la sua vignetta razzista sugli Aborigeni Australiani; gli organizzatori delle Paralimpiadi di Rio 2016 per aver accusato gli Indiani Brasiliani di frequenti stupri, omicidi e infanticidi, e il regista Gurmeet Ram Rahim Singh per aver etichettato i popoli tribali dell’India come “malvagi”.
Speriamo che la pressione costante sul governo del Botswana possa finalmente convincere i suoi membri a permettere ai Boscimani di tornare a casa, e di cacciare per nutrirsi. Il 2016 è il cinquantesimo anniversario dell’indipendenza del paese, e per questo è previsto anche il lancio di un film sul padre del presidente, il fondatore dello stato, Seretse Khama.
I popoli indigeni sono descritti come arretrati e primitivi semplicemente perché i loro modi di vivere comunitari sono differenti. Le società industrializzate li sottopongono a violenza genocida, a schiavitù e razzismo per poterli derubare di terre, risorse e forza lavoro nel nome del “progresso” e della “civilizzazione”.
“La storia di abusi che il Generale Khama vanta nei confronti dei Boscimani non ha eguali. È evidente che a guidare la persecuzione che infligge alle tribù è un razzismo molto profondo. Khama esprime apertamente opinioni di stampo coloniale, riecheggiando quel tipo di commenti pregiudizievoli tipici degli imperialisti britannici”, ha dichiarato Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International. “Assegnandogli questo premio, speriamo di portare il razzismo anti-indigeno all’attenzione del pubblico e di intensificare la pressione sul suo governo affinché cominci a riservare un trattamento migliore ai Boscimani.”