Una sede per Survival

gennaio 2012: Survival sotto sfratto. Appello alla città di Milano.

A causa dallo sfratto dagli uffici storici, Survival sta disperatamente cercando una nuova sede nazionale a Milano. © Survival

Se Survival International fosse costretta a lasciare Milano, per la città sarebbe una grave perdita in termini sia umani sia culturali. Survival non deve andarsene.

È questo l’appello sottoscritto in questi giorni da molti sostenitori e alcune celebrità scese in campo per sostenere Survival International, l’organizzazione che dal 1969 aiuta i popoli indigeni di tutto il mondo a proteggere le loro vite, le loro terre e i loro fondamentali diritti umani. Tra poco meno di un mese, infatti, l’associazione non avrà più una sede. Lo storico palazzo comunale di via Morigi 8, dove Survival ha i suoi uffici da oltre vent’anni, è stato definitivamente venduto a un soggetto privato.

Survival non sa come affrontare l’enorme problema della perdita della sua unica sede nazionale, sita in uno dei palazzi più antichi della città, in autogestione dal 1976.

“Per mantenere la nostra indipendenza, da statuto rifiutiamo fondi dai governi” spiega Francesca Casella, direttrice di Survival Italia. “A finanziare tutto quello che facciamo sono solo le libere donazioni e le attività di fundraising. Per questo non abbiamo risorse sufficienti per sostenere gli affitti di mercato. Il Comune ci chiede di attendere i bandi, ma noi di tempo non ne abbiamo più.”

Cosa cerchiamo

Survival ha bisogno di uno spazio di circa 120-150 mq, il più possibile centrale e servito, ed è disposta a valutare qualsiasi soluzione: dal comodato alla donazione, alla ristrutturazione di spazi comunali che attualmente potrebbero non essere agibili, all’acquisto a condizioni agevolate. “Non cerchiamo soluzioni transitorie o di breve periodo” sottolinea però Francesca Casella, “anche perché solo una soluzione definitiva del problema potrebbe motivare i nostri sostenitori ed eventuali sponsor a rispondere a un’efficace e mirata campagna di raccolta fondi."

“Qualora fossero disponibili metrature superiori” continua Francesca Casella, “potremmo anche realizzare un sogno nel cassetto da anni: l’allestimento di una sala multimediale in cui svolgere, in modo permanente e innovativo, i nostri laboratori su diritti umani, diversità e impegno civile che ora teniamo esclusivamente nelle classi delle scuole, con grandi soddisfazioni ma anche enormi limitazioni tecniche. Uno spazio come questo sarebbe motivo di grande orgoglio per la città, ma abbiamo bisogno di tanto aiuto.”

“Survival © Survival

“La difesa dei diritti dei popoli indigeni è una delle preoccupazioni umanitarie più gravi e stringenti del nostro tempo” ha dichiarato l’ONU, ma è anche una delle meno conosciute. A dar voce a questi silenziosi olocausti ha certamente dato un contributo inestimabile Survival International che, fondata nel 1969 a Londra, è oggi il più grande movimento mondiale dedicato proprio alla difesa delle vite e delle terre dei popoli indigeni di tutto il mondo.

Lavorando in stretta collaborazione con la casa madre e centinaia di organizzazioni indigene, la sede italiana di Survival segue ogni anno circa 80 casi, distribuiti in almeno 40 paesi diversi, dando priorità ai gruppi tribali che hanno contatti limitati con il mondo esterno. L’associazione lotta per demolire i pregiudizi e gli stereotipi che, dipingendo i popoli tribali come arretrati e primitivi, alimentano il razzismo e la violazione dei loro diritti. Promuove la formulazione o l’adozione di leggi e politiche sempre più avanzate in materia, come la Convenzione ILO169, e offre ai popoli indigeni una qualificata assistenza tecnico-legale oltre che un palcoscenico per rivolgersi all’opinione pubblica. Proprio a Milano Riccardo Muti e Maurizio Pollini dedicarono a Survival un indimenticabile concerto al Teatro alla Scala nell’anno 2000 assicurando una straordinaria visibilità alla causa.

L’appello dei sostenitori

L’appello di Survival è sottoscritto da numerosi sostenitori dell’associazione, tra cui alcuni nomi illustri, che nel corso del tempo hanno conosciuto e apprezzato l’attività umanitaria dell’associazione. Tra gli altri, Ottavia Piccolo, Ettore Mo, Claudio Santamaria, Gianni Minà, e Nicolò Bongiorno.

“I Boscimani, gli Yanomami, i Guarani, i Makuxi, gli Arhuaco… Questi sono solo alcuni dei popoli che Survival ha portato fino a Milano per farci ascoltare, dalla loro viva voce, i loro appelli e le loro testimonianze. Laddove la libertà di parola e dissenso dei popoli indigeni è negata, Survival c’è, senza paternalismo, e dovremmo sentirci orgogliosi di poterle offrire un palcoscenico importante come quello della nostra città.” Ottavia Piccolo

“Uno © Fiona Watson/Survival

“Survival effettua un’attività di informazione capillare e costante sulle violazioni dei diritti umani e territoriali dei popoli indigeni del mondo contribuendo a sgretolare il muro del silenzio dietro cui continuano a perpetuarsi crimini efferati, tra cui il genocidio. Ritengo non solo doveroso aiutare Survival a lavorare nelle condizioni migliori, ma auspico che le si possa garantire anche la massima visibilità possibile. I suoi uffici dovrebbero diventare un punto di riferimento importante e facilmente accessibile per tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani e il futuro dell’umanità.” Ettore Mo

“Un © Survival

“All’epoca della fondazione di Survival, l’estinzione dei popoli indigeni era giudicata un doloroso ma inevitabile prezzo da pagare nel nome del progresso. Oggi, in molti riconoscono l’inalienabilità dei loro diritti e il valore delle loro culture come dimostra anche l’adozione della Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni da parte dell’ONU, avvenuta nel 2007. Gli ostacoli da superare restano tanti, ma le persone decise a lottare sono sempre più numerose. E questo è certamente dovuto anche all’instancabile lavoro di denuncia e sensibilizzazione fatto da Survival.” Nicolò Bongiorno

“Nicolò © Diego Rossi/Survival

“Grazie a un uso efficace delle poche risorse che ha, dirette solo verso obiettivi concreti, Survival riesce comunque a conseguire risultati straordinari come dimostrano i due recenti successi a favore dei Dongria Kondh dell’India e dei Boscimani del Botswana. Da quando l’ho conosciuta non ho mai smesso di seguire con passione le sue campagne e di credere nell’importanza della sua missione.” Claudio Santamaria

“Claudio © Survival

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