Nel mondo esistono più di cento popoli incontattati
Le tribù incontattate sono popoli indigeni che evitano il contatto con gli esterni. Non sono arretrate o primitive, né reliquie di un passato remoto. Sono nostre contemporanee e rappresentano una parte essenziale della diversità umana. Quando i loro diritti sono rispettati, continuano a prosperare. Ma violenza, malattie e razzismo minacciano la loro sopravvivenza.
I popoli indigeni sono i migliori custodi del mondo naturale, e le prove dimostrano che i loro territori costituiscono la migliore barriera alla deforestazione. In questa foto, la terra di una tribù incontattata appare come un’isola di foresta rigogliosa in un mare di deforestazione (la linea arancione demarca il confine del territorio). Lì viveva l’“Ultimo della sua tribù”: un uomo solo. Era l’ultimo sopravvissuto del suo popolo. È deceduto per morte naturale nel 2022. Probabilmente, gli altri membri della tribù sono stati massacrati dagli allevatori che occupavano la loro terra.
Il modo migliore per impedire la distruzione della foresta amazzonica è difendere i diritti territoriali delle tribù incontattate.
Intere popolazioni vengono sterminate dalla violenza genocida di stranieri che le derubano di terre e risorse, e da malattie, come l’influenza e il morbillo, verso cui non hanno difese immunitarie.
Alcuni Mashco-Piro incontattati lungo la riva del fiume nei pressi del Parco nazionale di Manú, Perù, 2011.
Ripresa aerea di una tribù incontattata del Brasile effettuata nel corso di un sorvolo governativo nel 2010. Le immagini mostrano una comunità sana e prospera, e cesti pieni di manioca e papaia fresca raccolte nei loro orti. La tribù ha anche coltelli e pentole di metallo, probabilmente frutto di scambi con altre tribù.
Un uomo Kawahiva del Brasile durante un incontro fortuito con un team del FUNAI, il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni. Quando si accorse di essere osservato, l’uomo fuggì.
I Sentinelesi vivono in un’isola dell’Oceano Indiano e resistono a qualsiasi contatto con l’esterno. Sono il popolo più isolato al mondo. Da quanto si può osservare a distanza, sembrano godere di ottima salute, a differenza delle tribù vicine che hanno subito l’invasione delle loro terre. L’uomo punta la freccia contro un elicottero di sorveglianza.
Nel giugno 2014, alcuni Indiani incontattati sono entrati in contatto con una comunità stanziale di Ashaninka, lungo il confine tra Brasile e Perù. Gli Indiani erano giovani e in salute, ma hanno raccontato storie scioccanti sul massacro dei loro parenti più anziani. A seguito del primo contatto, hanno contratto un’infezione respiratoria che li ha costretti ad affidarsi alle cure di un team sanitario.
Le tribù incontattate hanno sviluppato stili di vita largamente autosufficienti e straordinariamente diversi. Contribuiscono enormemente ad arricchire la diversità della vita umana.
Gli Awá incontattati dell’Amazzonia brasiliana utilizzano la resina dell’albero del maçaranduba per illuminare le case o cacciare di notte. Sanno costruire una abitazione in poche ore – con liane, foglie e tronchi d’albero.
Per salire sugli alberi e raccogliere il miele dagli alveari, i Kawahiva incontattati utilizzano scale sofisticate, e pescano nei corsi d’acqua vicini ai loro accampamenti con nasse efficaci.
Per catturare prede più grandi, un uomo incontattato – noto come “l’ultimo della sua tribù” – scava buche profonde costellate di punte affilate alla base.
Le conoscenze dei popoli incontattati si sono sviluppate nel corso di migliaia di anni e sono insostituibili.
Hanno un’acuta comprensione del mondo naturale, basata su vasti saperi botanici e zoologici, e vantano soluzioni uniche per vivere in modo sostenibile. Molti dei farmaci utilizzati dalla medicina occidentale e degli alimenti base del mondo ci vengono da loro, e hanno salvato milioni di vite. Ed è probabile che le tribù incontattate custodiscano molti altri segreti sulla loro foresta.
Gli invasori hanno cercato ripetutamente di sterminare la tribù sin dagli anni ‘70, quando gli Akuntsu vennero contattati a forza. Dopo la morte di Konibu (a destra) e di Ururú (nascosto, a sinistra), oggi ne sopravvivono solo quattro. Quando anche gli ultimi Akuntsu moriranno, la tribù sarà estinta.
Boa Senior era l’ultimo membro della tribù dei Bo, appartenente ai Grandi Andamanesi. Con la sua morte, avvenuta nel 2010, si è completato lo sterminio di un popolo e l’estinzione di una lingua. Quando i Britannici colonizzarono le Isole Andamane, intorno al 1850, i Bo e le tribù vicine contavano almeno 5.000 persone. La maggior parte fu uccisa o morì per le malattie importate dai colonizzatori – i sopravvissuti oggi sono meno di 60.
La casa e l’orto di un Indiano incontattato in Brasile. Si pensa che sia l’unico sopravvissuto di una tribù massacrata decenni fa dagli allevatori. Viene chiamato ‘Uomo della buca’ perchè vive da solo in un angolo di foresta, e scava buche profonde per catturare animali o nascondersi dagli esterni.
Tucan, un uomo Piripkura, dorme nella foresta. La tribù contava circa 20 individui quando fu contattata per la prima volta dal FUNAI negli anni ‘80. Dopo il contatto i Piripkura tornarono nella foresta. In seguito fu stabilito un altro contatto con tre membri della tribù, ma poi due di loro tornarono indietro e da allora nessuno li ha più visti. Nessuno sa se ci siano altri sopravvissuti.
Alcuni Sapanawa incontattati sono usciti dalla foresta nel 2014, dopo il massacro di gran parte dei loro anziani da parte di esterni. Furono uccise così tante persone che la comunità non riuscì a seppellirle tutte prima che i loro corpi fossero mangiati dagli avvoltoi.
Siamo contrari a ogni tentativo di contatto promosso dall’esterno. Il contatto è sempre mortale, e decidere se e quando iniziarlo spetta solo a loro. Chi entra nei territori delle tribù incontattate nega loro ogni possibilità di scelta.
Le attività minerarie – dai progetti multi-milionari alle operazioni illegali su piccola scala – aprono i territori indigeni e li inquinano. Il progetto Gran Carajás – che comprende una miniera (nella foto), una ferrovia e una diga – ha esposto l’Amazzonia nord-orientale a invasioni e violenze senza precedenti, e ha ucciso molti Awá incontattati.
Le dighe idroelettriche, spesso presentate come energia ‘pulita’ alternativa, stanno distruggendo vaste porzioni di terra indigena. Nell’Amazzonia brasiliana, l’esistenza di diversi gruppi di Indiani incontattati è minacciata da una serie di mega-dighe, come la Belo Monte ritratta nella foto, finanziate a livello internazionale.
I missionari che cercano di forzare il contatto con le tribù incontattate potrebbero finire per sterminarli. Qui, un missionario sorride mentre si fa una foto con un bambino incontattato appena uscito dalla foresta. Questo semplice atto potrebbe rivelarsi mortale, perché è probabile che il missionario veicoli germi di malattie come l’influenza e il morbillo verso cui gli indigeni non hanno difese immunitarie.
La deforestazione uccide gli Indiani incontattati distruggendo la terra da cui essi dipendono per sopravvivere. La foresta del Chaco paraguaiano – ultimo rifugio degli Ayoreo incontattati – viene abbattuta a uno dei tassi di deforestazione più alti al mondo.
La terra delle tribù incontattate viene derubata e destinata all’allevamento di bestiame. Mentre le mandrie pascolano nella terra dei Kawahiva incontattati, la tribù rischia l’estinzione e vive in fuga, lottando per sopravvivere.
In Amazzonia, molte aree di terra che un tempo erano la casa di centinaia di tribù incontattate, sono state convertite in piantagioni su vasta-scala. In Brasile, il processo è incoraggiato dalla lobby agricola anti-indigena al Congresso, che sta spingendo per indebolire drasticamente i diritti territoriali indigeni faticosamente conquistati.
Questa regione è la casa dei Nahua, dei Nanti, dei Matsigenka e dei Mashco-Piro incontattati. La costruzione del gasdotto Camisea avanza nel cuore della foresta degli Indiani incontattati del Perù. Nella storia recente, progetti petroliferi e del gas come questo hanno ucciso moltissimi Indiani incontattati e costituiscono una chiara violazione della legge nazionale e internazionale.
Se le loro terre non saranno protette, per i popoli incontattati sarà la catastrofe. Stanno resistendo all’invasione e alla distruzione dei loro territori e noi stiamo facendo tutto il possibile per rendere le loro terre sicure, garantire che non siano invase dagli esterni e dare loro la possibilità di decidere autonomamente del loro futuro.
Popoli incontattati che rischiano di essere distrutti: ecco dei casi urgenti
1. Ayoreo, Paraguay: l’ultimo dei popoli incontattati del Sud America sopravvissuto al di fuori dell’Amazzonia vive in un’isola di verde in continua diminuzione. Per far spazio agli allevamenti di bestiame, i bulldozer stanno distruggendo la foresta tutt’intorno a ritmi vertiginosi.
2. Tribù incontattate, Perù: dopo anni di lungaggini burocratiche, il governo peruviano non ha ancora riconosciuto legalmente molti territori indigeni da cui i popoli incontattati e contattati di recente dipendono per la loro sopravvivenza.
3. Hongana Manyawa incontattati, Indonesia: attività estrattive altamente distruttive hanno preso di mira la foresta pluviale abitata da centinaia di Hongana Manyawa incontattati - e sono coinvolte compagnie molto potenti. Il futuro della foresta e di questo popolo è fortemente a rischio: per sopravvivere, gli Hongana Manyawa hanno disperato bisogno del tuo sostegno.
4. Shompen, India: gli Shompen sono tra i popoli più isolati al mondo e rischiano di essere sterminati da un “mega progetto di sviluppo” che vuole trasformare la loro piccola isola nella “Hong Kong dell’India”.
5. Kawahiva, Brasile: nell’Amazzonia brasiliana, i Kawahiva incontattati lottano per la loro sopravvivenza. Sono gli ultimi Kawahiva: se il loro territorio non sarà protetto, il loro genocidio sarà completo.
6. Mashco Piro, Perù: i Mashco Piro vivono nell’Amazzonia peruviana e sono il popolo incontattato più numeroso al mondo. Le concessioni per il taglio del legno all’interno del loro territorio, però, distruggono la loro foresta e minacciano la loro sopravvivenza.
No. Tutti i popoli hanno dei vicini, anche quando sono molti distanti, e sanno della loro esistenza. Nel caso delle tribù incontattate, questi vicini potrebbero essere i membri di un’altra tribù, con cui potrebbero avere o meno relazioni amichevoli.
Probabilmente sì. Alcune tribù potrebbero essere state in contatto con invasori, come trafficanti di legname, allevatori o coloni, e poi essersi ritirate per sfuggire alle violenze veicolate dal contatto. Alcuni gruppi facevano parte di popoli più grandi, da cui si sono separati durante la fuga.
Assolutamente no, nessuno lo fa. Grazie al commercio inter-tribale, alcuni gruppi amazzonici hanno cominciato a usare armi ancor prima di entrare in contatto con gli esterni. Moltissime tribù incontattate fanno uso di utensili di metallo trovati, rubati o scambiati con i loro vicini, da molti anni, se non addirittura da generazioni. I popoli incontattati delle Isole Andamane, ad esempio, usano pezzi di metallo provenienti da vecchi relitti.
No. I popoli incontattati hanno conoscenze impareggiabili dei loro ambienti e delle loro piante medicinali, che usano per curare le malattie che conoscono. Ma quasi sempre il contatto con gli esterni introduce nuove malattie verso cui non hanno difese immunitarie e sono queste patologie che finiscono spesso per uccidere una parte del popolo, persino quando ricevono supporto medico d’emergenza dall’esterno.
Il futuro che la società dominante offre loro è quasi sempre al livello più basso, spesso vicino alla povertà assoluta. Ammesso che riescano a sopravvivere, la storia dimostra che, dopo il contatto, gli indigeni finiscono per vivere in condizioni decisamene peggiori.
Perché no, se l’alternativa è la loro distruzione? Siamo contrari ai tentativi di contatto da parte di esterni: sono sempre letali. Devono essere i popoli incontattati a decidere se stabilire un contatto. La soluzione è chiara: proteggere le loro terre per permettergli di scegliere come vivere.