I Khanty sono un popolo di allevatori di renne della Siberia occidentale, uno delle 30 diverse tribù siberiane.

Khanty

Come vivono?

Come la maggioranza dei popoli pastori, anche i Khanty sono semi-nomadi. Nella loro terra natale, la taiga siberiana, le temperature possono scendere fino a -50 gradi Celsius, e la vegetazione è quasi inesistente.

Tradizionalmente, i Khanty migrano insieme alle loro renne, vivendo talvolta nei "chum" (tende fatte di pelle di renna), e talvolta in casette di legno dentro cui arde sempre il fuoco.

Per isolare termicamente le abitazioni, inseriscono del muschio tra i tronchi. I Khanty dipendono largamente dalle renne, da cui ricavano il loro alimento principale e i mezzi del loro sostentamento.

Ma si dedicano anche alla caccia e alla pesca, raccolgono bacche, e vendono renne e pellicce per acquistare altri beni di consumo.

Quali problemi devono affrontare?

Negli anni ’30, i Khanty furono perseguitati dal regime sovietico; i loro sciamani vennero uccisi e i loro bambini furono strappati alle famiglie per essere portati in scuole molto lontane.

A minacciare oggi la loro sopravvivenza sono invece le compagnie petrolifere. Infatti, l’industria petrolifera inquina le loro foreste e i laghi a loro sacri, uccide le renne e spaventa la selvaggina.

Spesso le compagnie petrolifere entrano nelle terre dei Khanty senza consultarli, o ingannandoli con false promesse di risarcimento. Molti Khanty sono stati forzati a lasciare le loro terre e oggi non possiedono più nessun animale.

Vivono contro la loro volontà in "Villaggi Nazionali", lontano dalle loro terre di caccia tradizionali, e per poter sopravvivere devono dipendere sempre sempre più dall’amministrazione pubblica e dalle compagnie petrolifere.

Cosa fa Survival?

Survival collabora con le organizzazioni indigene russe, sostenendo le loro richieste. Chiede che i diritti territoriali dei Khanty vengano riconosciuti e inglobati nella legislazione federale russa e che le compagnie petrolifere rispettino i diritti dei popoli tribali sospendendo le estrazioni effettuate senza il loro consenso.

Sollecitiamo inoltre il pagamento di un congruo risarcimento a tutte le famiglie private dei loro mezzi di sostentamento.

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