Incendio devasta i Guarani, condannati a vivere e morire sul ciglio della strada.
27 agosto 2013
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Un incendio ha divorato un accampamento dei Guarani allestito sul ciglio della strada: gli Indiani sono stati costretti a scappare mentre le loro tende venivano rase al suolo, le riserve di cibo distrutte e i loro averi persi nelle fiamme.
Sembra che l’incendio sia divampato nella piantagione di canna da zucchero di São Fernando, che occupa la terra ancestrale della comunità Apy Ka’y. Secondo la polizia ambientale brasiliana, le fiamme hanno distrutto un’area di circa 1.000 ettari, comprendente anche l’accampamento indigeno. Le cause sono ancora da accertare.
Il fatto è accaduto giovedì scorso nello stato brasiliano del Mato Grosso do Sul, ma i dettagli dell’evento sono emersi soltanto ora.
“Le fiamme hanno bruciato per un giorno interno” ha riferito a Survival un portavoce Guarani. “Ovunque c’erano fumo e cenere. I nostri parenti sono stati costretti a fuggire dalle loro case. I bambini piangevano… Siamo scioccati.”
“Le tende, i vestiti, il cibo, le pentole, i materassi… è bruciato tutto!” ha detto la leader della comunità di Apy Ka’y, Damiana Cavanha. “Abbiamo perso tutto, ma non la speranza di ritornare alla nostra terra ancestrale.”
I Guarani di Apy Ka’y non hanno molto materiale a disposizione per ricostruire le loro case. I bambini sono già malnutriti e questi ultimi eventi non faranno altro che aumentare la loro vulnerabilità.
Una volta spento l’incendio, secondo Damiana le guardie di sicurezza degli allevatori di São Fernando avrebbero minacciato di uccidere i Guarani. “Gli uomini armati mi hanno detto che ci uccideranno tutti. Ma io continuerò a lottare per la nostra tekoha (terra ancestrale)”, ha dichiarato la donna.
Gli Indiani furono costretti ad abbandonare la loro terra ancestrale quasi quindici anni fa, quando fu occupata dagli imprenditori agricoli. Negli ultimi dieci anni, mentre le loro terre venivano utilizzate per sostenere il boom dell’industria brasiliana dei biocarburanti, Damiana e gli altri membri della comunità hanno vissuto a intermittenza sul ciglio della strada principale.
Vivono nel rischio costante di incidenti stradali letali, perché le macchine e i camion passano ad alta velocità sulla strada lungo cui è accampata la comunità. Il marito e i tre figli di Damiana sono stati investiti e uccisi così.
Ogni volta che i Guarani hanno tentato di rioccupare la loro terra, gli imprenditori agricoli sono riusciti a sfrattarli. La comunità è stata attaccata diverse volte; nel 2009, ad esempio, degli uomini armati avevano sparato contro l’accampamento, dando fuoco alle loro tende.
Spesso, i leader Guarani sono presi di mira da sicari armati al soldo degli allevatori e imprenditori agricoli, e molti di loro sono stati uccisi proprio mentre incoraggiavano la comunità a riprendersi la propria terra.
Survival chiede al governo brasiliano di rispettare i suoi doveri costituzionali, che sono quelli di demarcare tutte le terre dei Guarani e di restituirle loro, a uso esclusivo.
“I primi popoli del Brasile sono regolarmente sacrificati sull’altare dell’avarizia; le loro vite e i loro stili di vita cancellati da una corsa alla crescita economica perseguita a qualsiasi costo” ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “I Guarani hanno il diritto di ritornare nella propria terra, e invece vengono condannati a marcire per tutta la vita sul ciglio di una strada.”