È morto Dawid Kruiper ‘icona’ indigena del Sudafrica
15 giugno 2012
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Dawid Kruiper, leader tradizionale dei Boscimani Khomani del Sudafrica, è morto all’età di 76 anni.
Ci si ricorderà di lui soprattutto per la sua determinazione nella lotta alla riconquista delle terre del popolo Khomani nel Parco nazionale Kalahari Gemsbok (oggi Parco Transfrontaliero di Kagalgadi).
Quando fu creato il parco, nel 1931, gli ultimi 50 Khomani rimasti furono sfrattati e costretti a vivere in squallidi campi abusivi nelle vicinanze. In seguito Dawid e la sua famiglia si trasferirono in una fattoria dove si esibivano per i turisti in cambio di vitto e alloggio.
Per anni Dawid e suo padre Regopstaan hanno tenuta viva la fiamma della speranza, sognando di ritornare nelle loro terre, nel parco. Dawid è stato la forza trainante e l’ispiratore della rivendicazione territoriale, presentata nel 1995.
Quattro anni dopo, Thabo Mbeki, allora vice presidente del Sudafrica, firmò un documento che attribuiva quattro fattorie ai Khomani e dava loro il diritto ad accedere a una parte del parco e a utilizzare le sue risorse naturali. Durante la cerimonia Mbeki dichiarò: “Questo è un passo verso la rinascita di un popolo che stava per scomparire sotto un regime di oppressione. Questa è la vostra terra. Prendetela. Abbiatene cura. Vivete in prosperità su di lei”.
Secondo il cineasta Hugh Brody, che ha lavorato con lui, Dawid era “un portavoce chiave dei San del Kalahari meridionale e ne ha rappresentato gli interessi nella regione, a molti livelli di governo e nelle riunioni di anziani e leader indigeni in varie parti del mondo”, compresi gli USA e le Nazioni Unite a Ginevra. Ed è anche apparso in numerosi film.
Tuttavia, Dawid è sempre rimasto fedele alle sue radici. Nel corso di un’intervista aveva dichiarato: “Sono figlio della natura. Ho qualcosa dentro di me che nessuno può portare via. Sarò sempre qui per la mia comunità, ma faccio le cose in modo naturale. Vorrei dire che il nostro stile di vita tradizionale è migliore… Non vorrei vivere come un milionario. Quella vita non sarebbe per me. Voglio solo vivere in modo naturale. Mi sento meglio così, come l’uccello tessitore. Posso andare ovunque in qualunque momento. Sono in grado di procurarmi casa e pascolo e di ricostruire la mia casa. Proprio come quell’uccello, se posso appena godere della libertà e dei miei diritti, sono felice”.
“Per noi è una grossa perdita” ha commentato Anna Fester, che appartiene alla sua famiglia. “Per noi era un padre e uno zio, ma per il mondo era un simbolo. Oom Dawid ha fatto molto per la famiglia e per i San Khomani. Ha condiviso se stesso con il mondo. Ha lasciato delle impronte importanti, per noi e la comunità, che ora dobbiamo seguire.”