Uccisi dal “progresso”: gli Ayoreo ricordano la caccia all'uomo che li strappò alla foresta

23 marzo 2012

Erui in un’immagine scattata del 2012, e sua moglie Bajo fotografata appena dopo essere stata catturata nel 1986. © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Gli Indiani Ayoreo hanno ricordato pubblicamente il 25esimo anniversario dell’ultima caccia all’uomo effettuata in Paraguay, durante la quale furono catturati oltre due dozzine di membri della tribù, e cinque furono uccisi.

Nella caccia all’uomo era coinvolta l’organizzazione missionaria fondamentalista americana New Tribes Mission, che divenne subito oggetto di una valanga di critiche da ogni parte del mondo.

Il momento dell’attacco agli Indiani fu registrato in un audio: (mp3 audio file).


Rumori e voci durante la cattura degli Ayoreo.

Nei mesi che seguirono la loro cattura, molti degli Ayoreo si ammalarono gravemente perché non avevano difese immunitarie verso le malattie trasmesse nel corso di questo primo contatto.

Erui ha raccontato a Survival International come lui e sua moglie Bajo furono costretti a uscire dalla foresta natale, dal Chaco del Paraguay settentrionale, durante la caccia all’uomo avvenuta nel dicembre 1986.

“Quando uscimmo dalla foresta, mia moglie stava bene, ma quando ci costrinsero a sedentarizzarci, si ammalò gravemente ed era molto triste. Due mesi dopo morì. Prima, quando eravamo nella foresta, non era mai malata. La malattia che l’ha colpita dopo era grave, e l’ha uccisa.".

Oggi, la tribù continua ad essere afflitta da problemi di salute. Un uomo ayoreo contattato nel 1998, Parojnai, è morto di sospetta tubercolosi nel 2008. Sua moglie Ibore è morta per la stessa causa l’anno scorso.

Parojnai il giorno dopo il contatto nel 1988, forte e sano, e poco prima della sua morte per TBC nel 2008. © V Regehr/ J Mazower/ Survival

Nonostante oggi non si facciano più cacce all’uomo, il pericolo del contatto forzato è in crescita poiché gli allevatori spianano la foresta che protegge gli Indiani incontattati sopravvissuti fino ad oggi. All’inizio di questo mese Survival ha diffuso informazioni governative che confermano la presenza di Ayoreo incontattati nel terreno che è stato disboscato per allevarvi bestiame.

“Il resto della mia famiglia vive ancora nella foresta” ha dichiarato Erui, “ma attorno alla nostra terra la deforestazione avanza senza tregua. Siamo molto preoccupati”.

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“La tragedia personale di Erui è un dolore che accomuna migliaia di vittime del contatto forzato” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival. “L’ultima caccia all’uomo effettuata in Paraguay dimostra quanto violento possa essere il contatto indesiderato – e quanto spaventosa sia l’eredità che si lascia dietro, in particolar modo sotto forma di malattie devastanti. Quante volte ancora dovremo dimostrarlo?”

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