Vacanze: 3 mete da evitare
3 agosto 2009
Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
Con l’avvicinarsi delle partenze verso le destinazioni turistiche di tutto il mondo, Survival International ricorda oggi le tre mete che dovrebbero essere relegate in fondo alla lista delle vacanze più ambite:
- Il Resort della Barefoot nelle Isole Andamane, in India
- La Central Kalahari Game Reserve del Botswana
- Le "spedizioni di primo contatto" nel Papua Occidentale
La Barefoot India ha allestito un complesso turistico ai margini della riserva creata per proteggere i Jarawa, usciti solo recentemente dall’isolamento. Il resort mette la tribù a rischio di pandemia di peste suina e di altre malattie verso cui è probabile che non abbia alcuna difesa immunitaria.
Il governo del Botswana sta promuovendo la Riserva del Kalahari centrale come destinazione turistica, permettendo, fra l’altro, a un operatore turistico specializzato in safari di costruire un lodge che consumerà grandi quantità di acqua. Ma contemporaneamente, non permette ai Boscimani di utilizzare nemmeno un singolo pozzo.
Se le promesse corrispondono a verità, i trekking organizzati per incontrare le tribù isolate del Papua Occidentale, in Indonesia, potrebbero avere conseguenze catastrofiche. L’”avventuriero” americano Kelly Woolford propone addirittura una spedizione in aree in cui le tribù presumibilmente “non hanno mai avuto contatti con il mondo esterno”.
“I turisti responsabili dovrebbero tenersi ben lontani dalle aree dove vivono le tribù incontattate o quelle entrate in contatto con il mondo esterno solo recentemente” ha commentato il direttore generale di Survival, Stephen Corry. “È accaduto molte volte che subito dopo il primo contatto con persone provenienti dal mondo esterno, la metà – se non di più – della popolazione sia morta di malattia.”
“Molti Boscimani del Kalahari sarebbe felici di accogliere i visitatori alle proprie condizioni, ma promuovere il turismo mentre loro muoiono di sete è un vero affronto. Mentre i turisti sorseggiano cocktail standosene comodamente seduti al bar, i Boscimani, che vivono poco lontano, saranno costretti a percorrere centinaia di chilometri per un sorso d’acqua.”
“Non c’è nulla di sbagliato nel fatto che i turisti visitino le popolazioni indigene che hanno alle spalle una storia di regolari contatti con l’esterno, ma solo a condizione che siano le tribù stesse a volerlo, a controllare i loro spostamenti e le loro attività, e a condividere equamente i ricavi dell’attività turistica. Ma, sfortunatamente, è davvero difficile che questo accada.”
Scarica gratuitamente il dépliant di Survival dal titolo ‘Pericolo turisti!”.
Per lunedì 3 agosto è attesa anche la sentenza del processo ai sei Boscimani che il governo ha arrestato e incarcerato per aver cacciato all’interno della loro terra ancestrale, la Central Kalahari Game Reserve. Un divieto che, nel 2006, la stessa Alta Corte del Botswana ha giudicato equivalente “a condannare i Boscimani a morire di fame”.
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