Campaigner di Survival tra i Penan minacciati da dighe e biocarburanti
6 aprile 2009
Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
Una campaigner di Survival è appena rientrata da un viaggio compiuto nelle foreste pluviali del Borneo per investigare sulla situazione del popolo dei cacciatori-raccoglitori Penan. I Penan stanno lottando per impedire a deforestazione, piantagioni di palme da olio e dighe di distruggere quello che resta delle loro foreste.
Miriam Ross, che lavora presso la sede centrale di Survival a Londra, ha visitato numerose comunità penan nello stato del Sarawak, in Malesia, ed è stata testimone della loro lotta per la sopravvivenza.
“Assistere alla devastazione della terra dei Penan e rendersi conto della velocità con cui il disastro sta avanzando è stato terrificante” racconta Miriam. “Intorno alle loro comunità, i disboscatori hanno già distrutto gran parte della foresta facendo fuggire gli animali e rendendo davvero difficile la ricerca del cibo.”
“Nelle aree disboscate, oggi sorgono piantagioni di palma da olio per la produzione di biocarburanti e altri prodotti. Per i Penan, le piantagioni sono un nemico ancor più temibile della deforestazione stessa perché sono talmente estese da non lasciano loro alcuno spazio per cacciare e raccogliere, così che il loro stile di vita diventa praticamente impossibile”.
”E non è tutto. Nel Sarawak è stata progettata la costruzione di dodici imponenti dighe idroelettriche che sommergeranno i villaggi dei Penan e di altri popoli indigeni. La prima diga è già in costruzione e ai Penan che vivono nella zona è già stato chiesto di andarsene”.
”Sono anni che i Penan cercano di impedire la devastazione della loro terra e delle loro vite erigendo barricate umane e blocchi stradali. Tuttavia, ‘le nostre voci sono poca cosa a paragone di quelle del governo e delle compagnie’ denunciano i loro leader.”
“I Penan ci chiedono aiuto per costringere il governo ad ascoltarli, prima che sia troppo tardi” conclude Miriam di Survival. ‘Per noi’– mi hanno detto – ‘la foresta è come una banca. Noi non siamo come la gente nelle città che ha soldi e può comprare le cose. La foresta è la nostra vita. Se perdiamo lei e tutto quello che ci fornisce, noi moriremo’.”
Miriam Ross è disponibile per interviste.
Sono disponibili fotografie e filmati.
Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross: Tel 0044 207 6878734
E-mail: [email protected]