9 agosto: i popoli incontattati per la prima volta al centro della Giornata ONU dei popoli indigeni

5 agosto 2024

Insediamento di tribù incontattata nella Valle Javari, Brasile, 2011. © Peetsa/FUNAI/CGIIRC Archive

Il 9 agosto è la Giornata internazionale dei popoli indigeni del mondo promossa dall’ONU. Quest’anno, per la prima volta, le Nazioni Unite la dedicano ai popoli incontattati organizzando anche una conferenza “per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla protezione dei diritti delle comunità indigene in situazione di isolamento volontario o di contatto iniziale”. 

Le Nazioni Unite sottolineano che è cruciale garantire agli oltre 150 popoli incontattati del mondo "una protezione speciale dei loro diritti collettivi e la demarcazione dei loro territori” in virtù delle “minacce esistenziali che oggi devono affrontare a causa di interferenze esterne”.

Questi popoli – che non hanno contatti regolari e volontari con le altre società – sono tra i gruppi più vulnerabili del pianeta e sono al centro di una delle principali campagne di Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. Survival è l’unica organizzazione a lottare a livello globale per la sopravvivenza dei popoli incontattati di tutto il mondo, dal 1969. Proprio nelle ultime settimane, ha diffuso le immagini di alcuni membri incontattati dei popoli Mashco Piro del Perù e degli Hongana Manyawa dell’Indonesia portando i loro casi all’attenzione del pubblico e dalla stampa internazionali.

Per i popoli incontattati, il furto di terra e il contatto forzato possono essere devastanti: le violenze e l’introduzione di malattie verso cui non hanno difese immunitarie potrebbero sterminarli in poco tempo. Rappresentano una parte essenziale della diversità umana e sono i più autosufficienti del pianeta grazie alla profonda conoscenza dei loro ambienti, ma aziende e governi distruggono le loro case e le loro fonti di cibo in una corsa indiscriminata allo sfruttamento delle risorse delle loro terre.

Eppure, laddove i loro diritti territoriali sono rispettati, i popoli incontattati non solo sopravvivono ma possono anche continuare a prosperare. Caroline Pearce, direttrice generale di Survival, interverrà all’incontro organizzato dall’ONU non solo per dare visibilità alla resistenza dei popoli incontattati, ma anche per denunciare alcune delle minacce più gravi alla loro sopravvivenza, tra cui le attività minerarie, il taglio del legno, gli allevamenti, il razzismo e il fanatismo missionario

Gli Shompen incontattati vivono nell’area di foresta più interna dell’isola di Gran Nicobar. Non sopravvivranno alla distruzione della loro terra ancestrale. © Anthropological Survey of India. © Anthropological Survey of India

Ecco alcuni esempi.

  • Attività minerarie

 Gli Hongana Manyawa incontattati vivono nell’isola indonesiana di Halmahera e hanno un legame profondo con la foresta. L’estrazione di nichel per la produzione di batterie per auto elettriche sta devastando la loro foresta ancestrale, mettendo a rischio la loro sopravvivenza. Solo poche settimane fa, a seguito della pressione di Survival e dei suoi sostenitori, il gigante chimico tedesco BASF si è ritirato da un progetto miliardario per raffinare nichel che avrebbe accelerato la deforestazione sull’isola.

  • Taglio del legno

I Mashco Piro, che vivono nell’Amazzonia peruviana, sono il popolo incontattato più numeroso al mondo. Diverse compagnie hanno ottenuto concessioni per il taglio del legno all’interno del loro territorio; la compagnia Canales Tahuamanu – il cui legname è certificato come etico e sostenibile da FSC (il Forest Stewardship Council) – è già all’opera e ha spianato oltre 200 km di strade per poter tagliare e trasportare gli alberi. I Mashco Piro hanno fatto capire chiaramente di non volere esterni nel loro territorio, e lanciano frecce e avvertimenti se qualcuno si avvicina troppo. Poche settimane fa, un grande gruppo di circa un centinaio di membri della tribù si è mostrato a pochi chilometri di distanza da una concessione per il taglio del legno.

Il taglio del legno minaccia anche altri popoli incontattati, come i Kawahiva del Brasile, il cui territorio, Rio Pardo, si trova all’interno della municipalità di Colniza, una delle aree più violente del Brasile; il 90% del reddito di Colniza deriva dal traffico illegale di legname. Taglialegna e allevatori operano nelle vicinanze dei Kawahiva e hanno preso di mira il loro territorio, il cui processo di demarcazione langue da 25 anni.

  • Progetti di sviluppo

 Gli Shompen sono un popolo in gran parte incontattato che vive nell’isola indiana di Gran Nicobar. Il governo indiano sta pianificando di trasformare l’isola nella “Hong Kong dell’India”, attraverso la costruzione di un porto gigantesco, una nuova città, un aeroporto internazionale, una centrale elettrica e molto altro. Gli Shompen dipendono completamente dalla loro foresta per sopravvivere e rischiano di essere spazzati via da una tale travolgente e catastrofica trasformazione della loro isola. Oltre quaranta esperti accademici hanno scritto al governo indiano per allertarlo sul rischio di genocidio.

  • Allevamenti di bestiame

 Gli Ayoreo del Paraguay sono l’ultimo popolo incontattato del Sud America sopravvissuto al di fuori del bacino amazzonico; la loro sopravvivenza è minacciata dalla deforestazione della loro terra per far spazio agli allevamenti di bestiame. A seguito della campagna di Survival che ha denunciato che una parte del suo pellame proveniva da allevamenti operanti illegalmente all’interno delle terre degli Ayoreo incontattati, la compagnia italiana Pasubio – leader del settore – ha deciso di cambiare fornitori.

Le immagini diffuse nelle scorse settimane da Survival International mostrano decine di persone Mashco Piro pericolosamente vicine alle concessioni per il taglio del legno. © Survival

“In passato i bianchi hanno ucciso molti miei parenti e ora non ho più nessun parente qui. Ora ci sono altri parenti [incontattati] laggiù. Non abbiamo contatti con loro. Dobbiamo lasciarli vivere lì” ha raccontato a Survival Irakatakoa Awá, del popolo Awá del Brasile, raccontando la sua tragica esperienza del contatto.

Sarah Shenker, responsabile della campagna per i popoli incontattati presso Survival International, ha dichiarato: "Accogliamo con favore la decisione delle Nazioni Unite di prendere una posizione così netta a sostegno delle tribù incontattate indicando anche chiaramente quali siano le cause dei loro problemi: colonialismo e furto delle risorse. Spetta ora ai governi e all’opinione pubblica internazionale rispettare queste persone e il loro diritto di vivere liberamente nelle proprie terre.”

"I popoli incontattati vivono bene e prosperano quando la loro terra è protetta. La cosa più importante che possiamo fare per loro è proteggere i loro diritti territoriali e lasciarli in pace.”

Note ai redattori: 

  • Il programma dell’evento organizzato dalle Nazioni Unite a sostegno dei popoli incontattati (a cui parteciperà anche Caroline Pearce, direttrice generale di Survival International), è visionabile qui. Include anche il link per registrarsi. 
  • Sono disponibili su richiesta testimonianze indigene, immagini e altre risorse.
  • I ricercatori di Survival esperti di popoli incontattati sono disponibili per interviste.

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