India: leader indigeni contro Modi per la sua ipocrisia sul carbone

9 novembre 2021

Due uomini Adivasi osservano un paesaggio apocalittico, la grande miniera di carbone che ha preso il posto della loro foresta ancestrale, Hasdeo, Chhattisgarh, India. © Vijay Ramamurthy

Questa pagina è stata creata nel 2021 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Vari rappresentanti Adivasi (indigeni) dell’India si sono scagliati contro il Primo Ministro indiano Narendra Modi per essersi presentato con credenziali verdi alla COP26 mentre contemporaneamente progetta una massiccia espansione dell’estrazione del carbone nelle loro terre.

Il piano di Modi prevede l’apertura di 55 nuove miniere di carbone, l’ampiamento delle 193 già esistenti e una produzione di un miliardo di tonnellate di carbone l’anno. Le terre e i mezzi di sussistenza di decine di migliaia di indigeni verranno così distrutti perchè l’80% delle nuove miniere si troverà nelle terre adivasi.

Vaste aree di foreste indigene vengono svendute senza il consenso dei popoli interessati. Compagnie come Adani, Jindal e Vedanta si stanno accaparrando i bacini carboniferi messi all’asta nella corsa al carbone di Modi.

Una delle aree prese di mira è l’inestimabile foresta di Hasdeo nel Chhattisgarh, casa di ventimila Adivasi. Nell’area sono già operative due miniere, mentre una terza – Parsa – è stata appena approvata. Quest’ultima sarà gestita dal gigante minerario Adani, la cui sussidiaria è tra gli sponsor del Museo della Scienza di Londra.

Gli Adivasi della foresta di Hasdeo protestano contro i piani di estrazione del carbone che distruggerebbero la loro foresta. Villaggio Fateppur, Chhattisgarh, India. © Vijay Ramamurthy

“Se la miniera si espande nella foresta di Hasdeo, l’intera regione, compresi i villaggi adivasi, sarà distrutta” ha dichiarato Shakuntala, donna leader Oraon da Hasdeo. “La foresta ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno – se la miniera verrà aperta, non resterà più nulla, verrà sradicato tutto. La Terra è nostra Madre. Siamo i figli e le figlie della Terra. Come possiamo stare a guardare mentre qualcuno la distrugge? Siamo pronti a dare la vita per Madre Terra.”

“Il governo dà via la nostra terra per far spazio alle industrie e all’estrazione del carbone ogni volta che gli pare. Per questo, noi Adivasi non siamo liberi. Ma non accettiamo questa schiavitù. Daremo tutto ciò che abbiamo per resistervi: i nostri corpi, le nostre anime, le nostre vite, non accetteremo mai. Non cederemo le nostre foreste e le nostre terre. Se lo facessimo, l’esistenza degli Adivasi finirebbe per sempre.”

Phillip, attivista Oraon di Jharkhand, ha dichiarato: “Noi Adivasi possiamo salvare la Terra… ma per loro questo non ha alcun valore. Vogliono solo vederci morti… Dietro di me vedete un enorme schifo, è così che Modi considera noi Adivasi. Voglio dire a Modi: non potrai restare a lungo al potere. E ad Adani e Ambani: anche le grandi compagnie come voi devono fare attenzione perchè noi Adivasi non vi lasceremo le nostre terre così. Non c’è alternativa. Con l’estrazione mineraria state distruggendo l’ambiente, che per gli Adivasi è la vita. Ascoltatemi bene: cambiate voi stessi o sarà la natura a cambiare voi per il meglio”.

Athram, avvocato e leader Gond da Andhra Pradesh, ha affermato: “In questo momento è in corso il summit mondiale della COP e voglio mettere in guardia i leader che vi partecipano: voi parlate di protezione dell’ambiente, ma i suoi veri protettori sono gli Adivasi. Il governo sta implementando tanti progetti per distruggere gli Adivasi, e l’ambiente viene distrutto. Questo governo sta distruggendo la nostra cultura, il nostro stile di vita e le nostre foreste”.

“Gli stessi leader del governo vanno a questi summit per mentire dicendo ‘Io salvo l’ambiente’, e cose così. Quanto grande può essere una menzogna perché riescano a farla franca? Distruggere le nostre comunità e distruggere l’ambiente imponendo progetti distruttivi sulle nostre terre è contro l’accordo [di Parigi]. Qui state distruggendo il nostro popolo, e là [a Glasgow] parlate di protezione dell’ambiente come se foste voi soli a proteggerlo. Perché mentite così? Noi Adivasi… possiamo prenderci cura delle nostre terre: sappiamo come proteggerle. Vogliamo le nostre terre, il nostro territorio. Chi sei tu che siedi da qualche parte a Delhi e poi partecipi a riunioni come quelle e parli come se fossi un ‘grande protettore dell’ambiente’? Non mentire in questo modo!”

Mukesh, attivista Ho da Jharkhand, ha aggiunto: “Voglio inviare questo messaggio ai leader della COP che pensano di poter salvare il nostro ambiente, mentre continuano a spingere le attività minerarie e l’industrializzazione. A causa delle miniere, le nostre foreste saranno disboscate e i nostri fiumi diventeranno acquitrini. Se le nostre foreste e i nostri ecosistemi, che sono le nostre scuole, saranno distrutti, allora lo sarà anche la nostra conoscenza. E se la nostra conoscenza dovesse essere distrutta, il futuro del pianeta sarà in pericolo. Ecco perché, per salvare il pianeta, dovete salvare gli Adivasi che vivono nei loro ecosistemi”.

In collaborazione con rappresentanti Adivasi, il movimento per i popoli indigeni Survival International ha lanciato una campagna sulla resistenza degli Adivasi contro il carbone, per fare pressione sulle autorità Indiane affinché fermino l’estrazione di carbone che avviene nelle loro terre senza il loro consenso.

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