ULTIM’ORA: Attacco a una comunità guarani in Brasile, un morto e cinque feriti
15 giugno 2016
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Un gruppo di sicari ha attaccato una comunità guarani nel Brasile meridionale uccidendo un uomo e ferendone almeno altri cinque, tra cui un bambino. È solo l’ultimo di una serie di assalti violenti alla tribù.
L’attacco è avvenuto ieri (14 giugno) nella comunità di Tey’i Jusu. Alcuni abitanti Guarani Kaiowá sono riusciti a filmare l’attacco da lontano. Dal video si possono sentire spari e urla, e sembra che siano stati incendiati i campi vicini.
Video: L’attacco dei sicari alla comunità di Tey’i Jusu
L’uomo ucciso è stato riconosciuto come Clodiodi Aquileu, un ventenne della comunità, che aveva il ruolo di operatore sanitario.
L’attacco fa probabilmente parte dei crescenti tentativi dei potenti agricoltori e allevatori locali – strettamente legati al governo ad interim nominato di recente – di sfrattare illegalmente i Guarani dalla loro terra ancestrale e intimidirli con violenza genocida e razzismo.
Due giorni fa Survival aveva ricevuto – grazie al progetto Tribal Voice – un audio dei Guarani della comunità di Pyelito Kue che documentava un altro attacco dei sicari al loro villaggio.
Video: La reazione delle famiglie guarani all’attacco al villaggio di Pyelito Kue
Sono arrivate notizie anche da un’altra comunità guarani nella stessa regione, conosciuta come Apy Ka’y, che rischia lo sfratto dopo aver rioccupato la sua terra sotto la guida della leader Damiana Cavanha nel 2013. Le nove famiglie della comunità avevano ricevuto un’ordinanza di sfratto la scorsa settimana, ma non è ancora noto se siano riuscite a restare nella loro terra – che gli spetta di diritto secondo la legge brasiliana e quella internazionale.
“È in corso un lento genocidio. C’è una guerra contro di noi. Abbiamo paura” ha detto il mese scorso il leader guarani Tonico Benites in occasione di una visita in Europa. “Uccidono i nostri capi, nascondono i loro corpi, ci intimidiscono e ci minacciano.”
“Continuiamo a lottare per la nostra terra. La nostra cultura non permette violenze, ma gli allevatori ci uccideranno piuttosto che restituirci la terra. Gran parte di essa ci è stata presa negli anni ’60 e ’70. Gli allevatori sono arrivati e ci hanno cacciato via. La terra è di buona qualità, con fiumi e foreste. Ora è preziosa.”
Negli ultimi decenni, i Guarani hanno subito violenza genocida, schiavitù e razzismo da parte di chi vuole derubarli di terre, risorse e forza lavoro. In aprile Survival ha lanciato la campagna “Fermiamo il genocidio in Brasile” per portare all’attenzione del mondo questa crisi terribile e urgente, e dare alle tribù brasiliane un palcoscenico da cui parlare al mondo nell’anno delle Olimpiadi.
“Assistiamo a un attacco brutale e continuato ai Guarani, che sta crescendo di intensità. Persone potenti in Brasile stanno cercando di ridurre al silenzio i membri della tribù, terrorizzandoli affinché rinuncino alle loro rivendicazioni territoriali” ha dichiarato oggi il Direttore generale di Survival, Stephen Corry. “Ma i Guarani non si fermeranno. Sanno di rischiare la morte cercando di tornare alla loro terra ancestrale, ma l’alternativa è così terribile che non hanno altra scelta se non quella di affrontare i sicari e le loro pallottole. Il governo ad interim del Brasile deve fare di più per porre fine a questa ondata di violenza che sta seminando morti.”