Delegazione indigena in Italia e Europa per salvare il fiume São Francisco
26 gennaio 2010
Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
Una delegazione di indigeni brasiliani Tuxá e Truká si trova in questo giorni in Italia per difendere il fiume São Francisco da un grande progetto di ingegneria idraulica varato dal governo Lula nell’ambito del Piano di Accelerazione della Crescita nazionale.
Il progetto prevede la costruzione di due canali di deviazione delle acque di più di 600 km di lunghezza, di 2 dighe idroelettriche, 9 stazioni di pompaggio, 27 acquedotti, 8 tunnel e 35 dighe di contenimento e riserva dell’acqua, ed è già in fase di realizzazione nonostante le numerose irregolarità giuridiche denunciate.
Secondo i promotori della Campagna, denominata Oparà, il progetto avrà un impatto socio-ambientale devastante su tutti i 33 popoli che vivono all’interno del bacino del fiume, nel nord est del paese. A subire le conseguenze più gravi saranno circa 8.000 persone di cui il progetto prevede la rimozione forzata, l’allagamento di parte del territorio e la distruzione dei luoghi sacri.
“Il progetto per noi indigeni significa massacro, un vero etnocidio culturale” ha denunciato ieri Edilene Bezerra Pajeù, insegnante e leader del popolo Truká ieri nel corso del primo incontro pubblico in Italia. “Non sappiamo cosa sarà di noi, stiamo perdendo la nostra relazione divina con il fiume, che è anche fonte di vita per noi. Inoltre, proseguono gli omicidi dei nostri leader che lottano contro i progetti come questo. Io ho paura per i nostri figli, che rischiano ogni giorno di perdere la vita.”
“Il progetto si è già reso colpevole di numerose gravi violazioni dei diritti indigeni” denunciano i portavoce della Campagna. “Il governo non ha effettuato le necessario consultazioni con i popoli colpiti e per garantire l’esecuzione dei lavori, l’esercito brasiliano ha occupato i territori dei popoli Truká e Pipipã togliendo loro il diritto di accesso all’area. L’integrità di molte aree indigene è minacciata e il 19 dicembre 2007, inoltre, la Suprema Corte Federale si è rifiutata di prendere in considerazione le obiezioni giuridiche al progetto presentate dalle organizzazioni della società civile, reputandole illegittime.”
Il fiume São Francisco è il terzo bacino idrografico del Brasile e ha un’estensione di 3.160 km. Negli anni scorsi, il fiume ha già subito profondi interventi che ne hanno gravemente alterato l’equilibrio ambientale provocato il disboscamento del 95% delle foreste che proteggevano gli argini nonché la rimozione forzata di 150.000 persone. Con i nuovi progetti verranno irrimediabilmente alterati anche i cicli naturali delle esondazioni del fiume, cruciali al sostentamento delle comunità.
Stando alle dichiarazioni delle autorità brasiliane, il 4% delle acque trasposte dal nuovo progetto sarà destinato alla popolazione rurale, il 26% sarà destinato ad un uso urbano e industriale e il 70% a progetti di irrigazione di grandi estensioni di monocoltura, principalmente diretta all’esportazione.
Questa sera si terrà un nuovo incontro pubblico a Roma dalle ore 18.00 alle 22,00 presso la Comunità San Paolo, in via ostiense 152 b.
Dopo Roma, la delegazione si recherà a Udine, Bolzano, Ginevra (ONU e OIL), Bruxelles (Parlamento Europeo) e Berlino.
Per informazioni: Ufficio stampa Cipsi, tel. 06.5414894, mail: [email protected]
La Campagna Oparà è promossa dalle organizzazioni brasiliane Apoinme, Associação de Advogados dos Trabalhadores Rurais no Estado da Bahia, Núcleo de Estudos em Comunidades e Povos Tradicionais e Ações Socioambientais da Universidade do Estado da Bahia, Commissione Pastorale dei Pescatori, Conselho Indigenista Missionário, CPT – Commissione Pastorale della Terra e Via Campesina.
Il comitato promotore italiano è composto da Solidarietà e cooperazione – Cipsi, Sal, CeVI, A Sud in collaborazione con il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua, AltraMente, Voci della Terra all’interno della Campagna “Libera l’Acqua” (www.liberalacqua.it).