Protesta dei Sami contro compagnia mineraria britannica

3 settembre 2013

Gli indigeni Sami della Svezia stanno protestando contro le attività minerarie nelle loro terre. ©  Johan Sandberg McGuinne/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2013 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

La polizia svedese ha disperso una protesta organizzata da uomini e donne Sami contro le esplorazioni di minerale ferroso all’interno di un’area importante per il pascolo delle renne, nel circolo polare artico svedese.

I Sami e altri attivisti stanno bloccando dai primi di luglio una strada utilizzata per l’attività mineraria. A causa del blocco, gli operai della compagnia britannica Beowulf Mining non possono trivellare ed effettuare esplorazioni nella terra tradizionale degli indigeni.

Il primo manifestante allontanato oggi è Apmut-Ivar Kuoljok, un pastore di renne di 85 anni. La polizia svedese aveva già smantellato il blocco stradale e arrestato i manifestanti, ma il blocco è stato ricostruito non appena la polizia se n’era andata.

Inoltre, i manifestanti sono stati oggetto di atteggiamenti razzisti da parte di alcuni locali, che li hanno minacciati con le accette. “La polizia ha usato una forza che non era necessaria, trascinando gli attivisti per terra. Gli attivisti avevano un atteggiamento passivo e non hanno fatto resistenza”, si legge in una dichiarazione rilasciata dal parlamento sami.

La polizia ha arrestato diversi manifestanti e ha cercato di smantellare il blocco. © Liz-Marie Nilsen/Survival

Nell’intento di trovare miniere di ferro a Gállok, appena sopra il circolo polare artico, la britannica Beowulf e la sua sussidiaria svedese, Jokkmokk Iron Mines AB, stanno cercando di effettuare trivellazioni di prova. Secondo la comunità sami, la miniera progettata distruggerebbe le condizioni necessarie per far pascolare le renne nell’area. Il territorio, infatti, viene utilizzato dai Sami Sirges e Jåhkågasska per il pascolo delle renne, una pratica che per gli indigeni è importante a livello spirituale e culturale.

“Questo progetto mette in pericolo la nostra intera esistenza” ha dichiarato Jonas Vannar, della comunità sami Sirges.

Il Parlamento sami ha chiesto che vengano fermate tutte le attività minerarie nelle terre sami a cui gli indigeni non hanno dato il loro consenso libero, prioritario e informato. A seguito del conflitto cresce la richiesta al governo svedese di riconoscere i diritti di proprietà territoriale dei Sami e di ratificare la Convezione ILO 169, l’unica convenzione internazionale legalmente vincolante sui diritti dei popoli indigeni e tribali.

Si stima che vi siano circa 80.000 Sami tra Svezia, Norvegia, Finlandia e Russia, di cui più di 20.000 vivono in Svezia.

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