Giornata mondiale della salute mentale: lo scioccante tasso di suicidi fra gli Indiani brasiliani
7 ottobre 2011
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In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, Survival International richiama l’attenzione sulle conseguenze fatali e permanenti che la perdita della terra può causare ai popoli indigeni.
Un’ondata di suicidi senza precedenti in Sud America ha colpito la tribù brasiliana dei Guarani: tra il 1981 e oggi, si sono tolti la vita più di 625 indigeni; la più piccola aveva solo 9 anni.
Negli ultimi decenni questo popolo si è visto praticamente derubare di tutta la sua terra da allevatori e coloni.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità “spesso il tasso di suicidio tra i popoli indigeni è molto più elevato di quello del resto della popolazione dei paesi dove vivono. Secondo il luogo e l’età, il tasso di suicidio tra gli indigeni può essere di oltre 100/100.000 all’anno, ovvero due o tre volte più elevato di quello generale”.
Il fenomeno è particolarmente evidente tra i Guarani. Uno studio realizzato dal Ministero brasiliano della Salute ha dimostrato che il tasso dei suicidi tra questo popolo è 19 volte più alto della media nazionale e ne ha sottolineato un’incidenza spropositata tra i giovani e gli adolescenti.
“Può forse esserci un segno più chiaro della disperazione di questi popoli del fatto che i loro bambini si tolgono la vita?” ha commentato il Direttore Generale di Survival, Stephen Corry. “È una scioccante accusa di responsabilità per il “miracolo” economico brasiliano, che ruba la terra ai Guarani e distrugge le loro vite. La salute psicologica degli indigeni rimane intatta solo quando sono garantiti i loro diritti territoriali.”
Per ulteriori informazioni sugli effetti che la perdita della terra e lo sviluppo “imposto” possono avere sui popoli indigeni, guarda il dossier di Survival Il progresso può uccidere.