La banca Santander annuncia la sospensione del finanziamento alla diga Santo Antonio

5 maggio 2011

Gli Uru-eu-Wau-Wau sono una delle tribù colpite dalle dighe in costruzione sul fiume Madeira. © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2011 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Adducendo preoccupazioni ambientali e sociali, Santander, la più grande banca europea, ha annunciato di aver sospeso il finanziamento della controversa diga brasiliana Santo Antonio.

La decisione infligge un durissimo colpo al progetto, contestato in Brasile e da varie parti del mondo. All’inizio dell’anno, tre leader indigeni erano venuti in Europa proprio per protestare contro la serie di dighe progettate nel bacino amazzonico, tra cui la Santo Antonio.

Lungo il fiume Madeira e i suoi affluenti vivono molte tribù indiane, tra cui i Truká. © João Zinclar 2007

La diga Santo Antonio e quella di Jirau sono entrambe in costruzione sul fiume Madeira a un costo di circa 15 miliardi di dollari. Le due dighe devasteranno le vite di molti popoli indigeni, tra cui i gruppi di Indiani isolati che vivono nella zona.

Santander è la più grande banca europea. © P Clayton/ geograph.org.uk

Pare che Santander avesse deciso di sostenere il progetto con circa 400 milioni di dollari, ma oggi ha sospeso il suo finanziamento in attesa di ulteriori studi sull’impatto ambientale e sociale da parte delle autorità brasiliane.

Molte organizzazioni in tutto il mondo, compresa Survival International, hanno chiesto la cancellazione del progetto. “Il governo non è ancora venuto a parlare con noi dell’impatto che avrà la diga” ha dichiarato Valmir Parintintin, leader della comunità degli Indiani Parintintin. “Il fiume è il supermercato degli Indiani. Se la diga verrà costruita, che ne sarà del nostro stile di vita? Forse qualcuno ci porterà del cibo? No. Nessuno ci porterà nulla. Siamo molto preoccupati.”

“La sola cosa che la diga ha generato finora è un’immensa ondata di pubblica indignazione per il modo con cui il governo si è dimostrato pronto a calpestare i popoli indigeni nel nome del cosiddetto sviluppo” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival. "Speriamo che la decisione della Santander mandi un segnale forte alle autorità del Brasile e che ora si decidano finalmente ad ascoltare i popoli che abitano nelle terre destinate a quelle dighe.”

Indiani del Brasile
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