Tribù del Borneo: trent’anni di un regime che “ha distrutto tutto”
24 marzo 2011
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Le tribù del Sarawak, nella parte malese del Borneo, denunciano che nei suoi 30 anni di regime, il Primo Ministro Taib Mahmud ha “violato” la loro terra, distrutto le foreste pluviali e generato “povertà e sofferenza”.
Sabato 26 marzo sarà celebrato il 30esimo anniversario di Taib Mahmud come capo di stato del Sarawak. Il più a lungo in carica Primo Ministro malese, si è trovato più volte a fronteggiare diffuse e persistenti accuse di corruzione.
Taib Mahmud si ripresenterà alle elezioni il prossimo 16 aprile in un clima di accese contestazioni. Ha annunciato che si dimetterà dopo il voto, ma gli osservatori sono scettici perché non ha parlato di date.
Durante il governo di Taib Mahmud, i Penan hanno visto le compagnie del legname distruggere ampie aree di foresta, vitali per la loro sopravvivenza.
“La nostra terra e il nostro fiume sono stati distrutti dalle compagnie del legname e dalle piantagioni di palma da olio” ha raccontato una donna Penan a Survival International. “Hanno distrutto tutto: il nostro sago, il nostro pesce, il nostro fiume. Sono stati distrutti tutti i prodotti della giungla da cui dipendiamo. E questa distruzione arreca alla nostra terra una grande sofferenza.”
Le tribù del Sarawak hanno condannato Taib Mahmud per aver raso al suolo le loro foreste. “Taib è al potere da trent’anni e sotto di lui la maggior parte delle nostre foreste, forse l’80%, è andata distrutta. Sono state abbattute da Taib e dai suoi soci” ha denunciato a Survival un membro delle tribù Tring e Berawan. “Sta distruggendo tutto, e il popolo indigeno del Sarawak si ritrova oggi veramente povero”.
“Taib pensa che il Sarawak sia di sua proprietà” ha aggiunto il leader indigeno Jok Jau Evong. “Più a lungo rimarrà Primo Ministro, più a lungo penserà che lo stato sia una cosa sua”… “Il governo di Taib Mahmud non rispetta lo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori penan. Un giorno ha detto: ‘Come possiamo avere una società ugualitaria se permettiamo a una piccola minoranza di comportarsi come animali della giungla? Lo devo ai Penan di portarli gradualmente nella cultura dominante, in modo che possano diventare come qualsiasi altro sarawakiano’.”
Molti Penan hanno dovuto sopportare il carcere per aver cercato di fermare i bulldozer con barricate umane.
“Taib ha venduto il futuro dei Penan al migliore offerente” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival. “Quando ha preso il potere, la loro foresta pluviale era per lo più intatta. Oggi lottano per proteggere quel poco che ne rimane.”
Nota agli editori:
Migliaia di Penan e di altri popoli indigeni non potranno esprimere il loro voto alle imminenti elezioni perché non è gli stata rilasciata la carta d’identità.