Riserva di Biosfera UNESCO rasa al suolo dagli allevatori brasiliani
30 novembre 2009
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È una Riserva di Biosfera dell’UNESCO abitata da una tribù incontattata, eppure viene spianata dai bulldozer degli allevatori di bestiame brasiliani ad una velocità devastante.
Un rappresentante del governo e due Indiani parenti di alcuni membri della tribù hanno cercato di entrare nella regione, ma il personale della società Yaguarete Pora S.A li ha bloccati.
La riserva si trova nella regione del Chaco, in Paraguay, ed è la dimora degli Ayoreo-Totobiegosode, l’unica tribù incontattata rimasta in Sud America al di fuori del bacino amazzonico.
L’UNESCO aveva riconosciuto la biosfera anche con l’obiettivo di proteggere gli Ayoreo-Totobiegosode. Tra i suoi scopi compaiono infatti “il recupero, il riconoscimento legale e la restituzione della terra a questo popolo nativo… “(Tutto ciò) contribuisce a proteggere la patria e l’identità culturale delle comunità indigene locali.”
La riserva si prefigge anche di tutelare le specie emblematiche dell’area come il giaguaro – ma ironicamente, la traduzione di questa parola in spagnolo, “yaguarete”, è anche il nome della compagnia che oggi sta radendo al suolo la biosfera.
Nonostante il governo abbia revocato alla Yaguarete Pora la licenza per operare nell’area, le foto satellitari dimostrano che sono già andati distrutti migliaia di ettari.
La Riserva di Biosfera del Chaco è stata creata nel 2005. L’obiettivo generale di questi riconoscimenti, che rientrano nel Programma per l’Uomo e la Biosfera dell’UNESCO, è quello di “promuovere e mantenere un equilibrio, duraturo nel tempo, tra l’Uomo e il suo Ambiente attraverso la conservazione della diversità biologica, la promozione dello sviluppo sostenibile e la salvaguardia degli annessi valori culturali”.
“Mentre noi parliamo, la distruzione della terra dei Totobiegosode continua” denuncia Stephen Corry, Direttore Generale di Survival. “Poichè si tratta anche di una Riserva di Biosfera dell’UNESCO, speriamo che l’UNESCO possa intervenire per fermare questa devastazione e sollecitare il riconoscimento dei diritti alla terra di questo popolo.”
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