La Corte Suprema conferma la sentenza di genocidio
4 agosto 2006
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Il tribunale più importante del Brasile, la Corte Suprema federale, ha confermato ieri la condanna per genocidio a carico dei quattro cercatori d'oro che nel 1993 avevano assassinato 16 Indiani Yanomami. Il voto è stato unanime.
I legali dei minatori si erano appellati contro la sentenza emessa originariamente da un giudice federale, oggi confermata dalla corte suprema. Ora, la vicenda giudiziaria può finalmente avviarsi alla sua conclusione definitiva.
A massacrare 16 Yanomami della comunità di Haximú, in territorio venezuelano, erano stati 22 cercatori d'oro brasiliani, entrati illegalmente nell'area. Durante il selvaggio assalto, i minatori avevano ucciso anziani, donne, bambini e anche un neonato, tagliato in due con il machete.
Solo quattro dei minatori vennero riconosciuti colpevoli di genocidio e condannati rispettivamente a una pena di 19 e 20 anni, che stanno ancora scontando in carcere. La convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, ratificata dal Brasile, definisce 'genocidio' l'assassinio compiuto "con l'obiettivo di distruggere, in toto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso".
Il verdetto della Corte Suprema ha un immenso significato e manda un forte monito a tutti coloro che continuano a commettere crimini contro i popoli indigeni del Brasile.